Stando alle Nazioni Unite, le donne «vengono sposate con la forza e tenute in ostaggio»
KHARTOUM - Donne e ragazze vengono rapite e ridotte in schiavitù nel Darfur, regione occidentale del Sudan dove la situazione dei civili «peggiora ogni giorno». È l'avvertimento lanciato oggi dall'Onu.
«Siamo profondamente allarmati dalle notizie secondo cui donne e ragazze vengono rapite e tenute in condizioni disumane al limite della schiavitù nelle aree controllate dalle Forze di supporto rapido (Rsf) nel Darfur, dove presumibilmente vengono sposate con la forza e tenute in ostaggio a scopo di riscatto», ha affermato Elizabeth Throssell, portavoce per l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr).
«Informazioni credibili provenienti da sopravvissuti, testimoni e altre fonti suggeriscono che più di 20 donne e ragazze sono state rapite, ma il numero potrebbe essere più alto - ha aggiunto -. Ci hanno riferito di aver visto donne e ragazze incatenate su furgoni e automobili».
La guerra tra le forze regolari fedeli al capo dell'esercito Abdel Fattah al-Burhane e le forze Rsf del generale Mohamed Hamdane Daglo ha provocato più di 9.000 morti dallo scorso aprile, secondo un rapporto molto sottovalutato delle Nazioni Unite.
I servizi Onu in Sudan hanno ricevuto informazioni attendibili nelle quali si denunciano una cinquantina di casi di violenza sessuale legati al conflitto, che hanno colpito almeno 105 persone: 86 donne, un uomo e 18 bambini, secondo Throssell. Ventitré casi riguardano stupri, 26 stupri di gruppo e tre tentati stupri, ha spiegato la portavoce dell'Ohchr. Almeno il 70% dei casi confermati di violenza sessuale sono stati attribuiti a uomini che indossavano uniformi delle Forze di supporto rapido.