La posizione dei legali statunitensi: il fondatore di WikiLeaks ha fomentato attivamente la sottrazione dei documenti riservati
LONDRA - La giudice Victoria Sharpe si è presa del tempo per stabilire se il ricorso presentato dai legali di Julian Assange sia da accettare o respingere.
La giornata
Julian Assange deve essere estradato negli Stati Uniti perché, con la pubblicazione su WikiLeaks dei documenti riservati ottenuti da Chelsea Manning, è «andato molto oltre» la professione di giornalista. Lo ha dichiarato il team legale incaricato dal governo statunitense di ribattere all'appello presentato all'Alta Corte di Londra.
È il punto saliente della seconda giornata di dibattimento. Assange, incoraggiando Manning e altri ad hackerare il sistema informatico governativo e a diffondere documenti riservati, non può essere «trattato come un normale giornalista o Wikileaks come un normale editore», ha detto l'avvocato Clair Dobbin.
Assange «non è qualcuno che ha solamente creato una casella online alla quale le persone potevano fornire informazioni riservate». Il 52enne avrebbe «cercato di incoraggiare il furto e l'hacking a beneficio di WikiLeaks». La pubblicazione di materiale sensibile (e dei nomi di coloro che sono stati messi in pericolo con queste rivelazioni) non era necessaria, ha aggiunto Dobbin.
In caso di estradizione l'incolumità personale di Assange è garantita, ha ribadito Dobbin, che ha contestato il calcolo della difesa di una possibile condanna a 175 anni di reclusione, in caso di processo negli Usa.
Mentre nell'edificio la Corte ascolta le ragioni degli Usa, all'esterno la moglie di Assange, Stella, ha parlato alla folla. A suo dire il caso è «patetico» e basato su «bugie. Sono bugiardi, sono criminali e stanno perseguitando il giornalista che li ha denunciati». Julian Assange non è altro che «un prigioniero politico», ha aggiunto Stella, concludendo il suo intervento con l'invito a marciare verso il numero 10 di Downing Street, la sede del primo ministro britannico.