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SIRIA / RUSSIAPutin non vede Assad e tratta per salvare le basi militari

09.12.24 - 22:15
La Russia cerca di riprendersi dallo shock per lo smacco subito
Imago (archivio)
Fonte Ansa
Putin non vede Assad e tratta per salvare le basi militari
La Russia cerca di riprendersi dallo shock per lo smacco subito

DAMASCO / MOSCA - La bandiera del deposto regime è stata sostituita da quella degli ex oppositori anche sull'ambasciata siriana a Mosca, e la sede diplomatica ha detto di essere ora in attesa di "istruzioni" da parte del nuovo governo. Non ci poteva essere segnale più chiaro di come il vento sia cambiato ma anche dell'incertezza che regna sul futuro, mentre il Cremlino cammina sul filo del rasoio cercando di non voltare completamente le spalle all'ex presidente ma anche di salvare il salvabile, a partire dalle sue basi sul Mediterraneo.

È stato Vladimir Putin a prendere personalmente la decisione di concedere asilo «per motivi umanitari» ad Assad e alla sua famiglia, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Una decisione fatta filtrare nella serata di ieri da «una fonte¢ all'agenzia Tass. Nessun annuncio ufficiale, insomma, e nessun incontro previsto, almeno pubblico, tra Putin e il suo ex protetto. «Non c'è alcun colloquio del genere nell'agenda ufficiale del presidente», ha sottolineato Peskov, rifiutando anche di precisare quando sia stato l'ultimo incontro tra i due, anche se i media siriani avevano parlato di una visita segreta di Assad a Mosca alla fine di novembre.

Ora si deve salvare la base militare - Il copione rispecchia la necessità della leadership russa di cercare di creare o mantenere contatti con i nuovi padroni a Damasco, con l'obiettivo primario di salvare la base navale di Tartus - l'unica di Mosca sul Mediterraneo - e quella aerea di Hmeimim, nella vicina Latakia. "È troppo presto per parlarne, in ogni caso questo sarà argomento di discussione con coloro che saranno al potere in Siria", ha osservato il portavoce. Ma per capire chi saranno costoro anche Mosca dovrà aspettare la formazione del governo, soppesare il ruolo e l'importanza delle varie figure e le influenze esercitate da potenze regionali e mondiali. Per questo, ha affermato Peskov, mentre la Siria si avvia ad attraversare «un periodo molto difficile a causa dell'instabilità», è «molto importante mantenere il dialogo con tutti i Paesi della regione». Compresa la Turchia, il principale sostenitore dei ribelli e jihadisti che hanno rovesciato Assad.

Colti di sorpresa - La Russia cerca dunque di riprendersi dallo shock per lo smacco subito. «Quello che è successo probabilmente ha sorpreso il mondo intero, e noi non facciamo eccezione», ha ammesso Peskov. Mentre il segretario generale della Nato, Mark Rutte, non ha resistito alla tentazione di punzecchiare Mosca, insieme con Teheran, accusandole di essersi dimostrate «partner inaffidabili» di Assad.

Perdita di un alleato - I media e i blogger militari russi si sono mostrati quasi altrettanto impietosi nell'analisi di quanto successo, e dei costi che Mosca potrebbe essere chiamata a pagare. Emblematico il titolo dell'autorevole giornale del mondo imprenditoriale Kommersant: «La Russia ha perso il principale alleato in Medio Oriente». Mentre il canale Telegram Rybar, che vanta legami con il ministero della Difesa, mette in guardia dalle conseguenze di una possibile perdita delle due basi. Sia quella di Tartus sia quella di Hmeimim «hanno svolto un ruolo logistico importante per le operazioni della Russia in Libia e nel Sahel», sottolinea il blog. Un rimedio efficace potrebbe essere l'apertura di una nuova base a Port Sudan, sul Mar Rosso. «Ma la guerra civile in Sudan non è ancora finita, il che complica i negoziati in corso», valuta Rybar. Mentre un porto sulla costa libica della Cirenaica, di cui si parla da tempo, sarebbe troppo lontano per garantire i rifornimenti regolari con aerei da trasporto a pieno carico.

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