Per il Cremlino, invece, è stato «un trionfo» per Putin
BRUXELLES - «Abbiamo preso atto dell'annuncio della Commissione elettorale centrale della Federazione russa in merito ai risultati del voto nazionale sugli emendamenti alla Costituzione russa. Ci rammarichiamo che, nel periodo precedente al voto nazionale, non sia stata consentita la campagna a favore e contro, negando così agli elettori l'accesso a informazioni equilibrate».
Lo ha affermato Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell. «Ci aspettiamo che tutte le segnalazioni e le accuse d'irregolarità, tra cui la coercizione degli elettori, il doppio voto, la violazione della segretezza del voto e le accuse di violenza della polizia contro un giornalista siano debitamente indagate», ha aggiunto.
«Un trionfo di Putin» - In precedenza il Cremlino aveva definito il plebiscito sulla riforma costituzionale russa «un trionfo» del presidente Vladimir Putin e della fiducia dei russi nel loro leader. «Sicuramente lo consideriamo un trionfo. In realtà, de facto ha avuto luogo un referendum trionfale sulla fiducia nel presidente Putin», ha detto ai giornalisti il portavoce di Putin, Dmitry Peskov.
La riforma costituzionale, tra le altre cose, dà a Vladimir Putin la possibilità di aggirare il limite di due mandati consecutivi da capo dello Stato e candidarsi alle presidenziali del 2024 e del 2030 e quindi, potenzialmente, di rimanere al Cremlino fino al 2036.
La Commissione Elettorale Centrale ha annunciato che il 77,92% dei votanti ha sostenuto gli emendamenti e il 21,27% ha votato contro. L'affluenza è stata del 67,97%.