L'ex presidente lo ha annunciato giorni fa, indicando la data di oggi. Questo fermerebbe la sua campagna elettorale? Facciamo il punto
NEW YORK - Le parole chiave della questione sono due: Trump e arresto. L'ex presidente degli Stati Uniti, armato di "caps lock", ha annunciato sabato scorso sulla sua personale piattaforma - Truth - che, stando a «una fuga di notizia dall'ufficio di un procuratore del distretto di Manhattan corrotto e fortemente politicizzato», un suo arresto era ormai questione di giorni. E anzi, ha indicato anche una data: quella di oggi.
Per inquadrare la vicenda al meglio occorre prima fare un passo indietro. E partire da una domanda: per quale motivo Donald Trump dovrebbe essere arrestato? La storia non ha nulla a che fare con gli eventi del 6 gennaio 2021, ossia il giorno in cui è avvenuto l'assalto al Campidoglio. Una pagina nera che l'ex presidente con i suoi gesti e i suoi proclami ha, di fatto, concorso a scrivere. L'innesco della potenziale incriminazione risale a tempi ben più antichi. A prima che il tycoon traslocasse con la moglie Melania nel distretto di Columbia. E, soprattutto, tra i protagonisti c'è anche la pornostar Stormy Daniels.
Di cosa è accusato l'ex presidente?
La "bomba" Trump se l'è ritrovata tra le mani durante la sua campagna elettorale nel 2016. All'epoca, la Daniels contattò alcuni media a stelle e strisce per proporre loro in esclusiva la storia della relazione extraconiugale, risalente al 2006, tra lei e l'allora candidato dell'elefantino. Il tycoon decise di aprire il borsellino per mettere a tacere la questione. E lo fece tramite il suo avvocato, Michael Cohen: una "pezza" da 130mila dollari per evitare guai più grandi. In ogni caso, nulla di illegale. Almeno fino a quando Trump non ha rimborsato il suo legale, contabilizzando il pagamento come parcella. E questo, nello stato di New York, si configura come infrazione. Poca roba, si potrebbe dire, ma a questo punto si va oltre.
Secondo la tesi della procura, il quadro sarebbe più grave e Trump avrebbe violato la legge elettorale, falsificando i registri contabili, per nascondere quel pagamento, a sua volta effettuato per impedire agli elettori di venire a conoscenza del fatto.
E se lo arrestano? Potrà candidarsi comunque?
Se sarà effettivamente incriminato, l'ex presidente, come hanno confermato anche i suoi legali, sarà arrestato mediante procedura ordinaria. Ossia: trasferta dalla sua residenza da Mar-a-Lago a New York, per comparire di fronte alla corte, seguita da imputazione formale, foto segnaletica di rito e presa delle impronte digitali. Ma - e ripetiamo - se così sarà, sembra difficile che l'arresto di un soggetto come Donald Trump possa avvenire seguendo l'iter classico. E anzi, come scrive la BBC, è più che probabile che le modalità vengano negoziate tra le due parti.
E poi? Condanna, multa, prigione? Andiamo con ordine. Nel caso di una condanna per un'infrazione, a Donald Trump verrebbe comminata una multa. È questo rimane lo scenario più probabile. Se invece quel verdetto venisse pronunciato in relazione a un reato penale, l'ex presidente degli Stati Uniti potrebbe rischiare fino a un massimo di quattro anni di carcere.
Se da un lato un eventuale rinvio a giudizio, o una condanna penale, potrebbero indubbiamente complicare la campagna elettorale di Trump in ottica delle elezioni del prossimo anno, dall'altro non vi sarebbe alcun paletto formalmente fissato per imporre un suo ritiro. Ergo, se il tycoon intende proseguire la sua campagna - e non c'è nulla, in questo momento, che lasci pensare a scenari differenti - potrà farlo. Sì, anche nella remota possibilità in cui dovesse finire dietro alle sbarre.