Nel caso in cui l'ex presidente del Brasile dovesse essere riconosciuto colpevole, non potrà correre per il governo per otto anni
Prende il via domani il processo del Tribunale superiore elettorale che potrebbe costare l'ineleggibilità per otto anni all'ex presidente Jair Bolsonaro e ridisegnare la mappa politica del Brasile, soprattutto a destra.
L'ex capo di Stato è accusato dal Partito laburista democratico (Pdt) di «abuso di potere politico e dei media» per aver convocato un evento con ambasciatori stranieri, a Palazzo dell'Alvorada - poco prima delle presidenziali di ottobre - per gettare discredito sulla procedura elettorale e le urne elettroniche.
Il pubblico ministero insiste sull'interdizione di Bolsonaro: un esito considerato tra i più probabili dagli osservatori.
Il ministro Benedito Goncalves, relatore del caso al Tribunale, sarà il primo a votare, seguito da Raul Araujo, Floriano de Azevedo, Andrè Ramos Tavares, Carmen Lucia, Nunes Marques (l'unico nominato da Bolsonaro) e dal presidente Alexandre de Moraes.
Tuttavia, se uno dei giudici chiedesse un riesame - cioè più tempo per analizzare il caso -, il processo potrebbe essere interrotto e ripreso entro un massimo di 30 giorni, prorogabili per altri 30.