I due paesi hanno impugnato il meccanismo dello stato di diritto
BERLINO - La Polonia e l'Ungheria hanno impugnato davanti alla Corte europea il meccanismo dello stato di diritto contenuto nel bilancio europeo 2021-2027.
Come riporta l'agenzia stampa AFP, la Corte dovrà ora verificare la legittimità del meccanismo, un processo che potrebbe ritardare di parecchio l'adozione del budget.
«Crediamo che tale soluzione non abbia una base giuridica nei trattati, che interferisca con le competenze degli Stati membri e che violi il diritto dell'Unione europea», ha detto il portavoce del governo polacco Piotr Müller, in una dichiarazione.
A causa dello scontro sul meccanismo dello stato di diritto, Budapest e Varsavia avevano a lungo minacciato di bloccare, alla fine del 2020, l'approvazione del bilancio 2021-2027 e del Recovery fund, sollevando un vero e proprio caso in seno all'Ue, alla luce della pandemia e della forte attesa dei fondi da parte di molti Paesi.
Grazie alla mediazione tedesca, che all'epoca aveva la presidenza del semestre europeo, i due Paesi avevano alla fine, a dicembre, raggiunto un accordo. Il bilancio è stato approvato, ma la possibilità di un ricorso alla Corte Ue era però contenuta in un allegato, ed era parte decisiva del compromesso trovato con Berlino.
I due governi avevano infatti già annunciato che se ne sarebbero serviti.
Cos'è il meccanismo dello stato di diritto?
Tale meccanismo è stato incluso nel budget Ue 2021-2027, così come anche nel Recovery fund atto a contrastare gli effetti del coronavirus.
Si tratta di un opzione che permette all'Ue di trattenere i fondi dei paesi nel caso questi non rispettino determinati standard di base dello stato di diritto, come ad esempio l'indipendenza giudiziaria.
Sia la Polonia che l'Ungheria si sono sin da subito opposte al provvedimento, e ora la parola passa alla Corte europea.