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REGNO UNITOI musicisti britannici potranno andare in tour nell'UE malgrado la Brexit

05.08.21 - 11:59
O meglio, in quasi tutta. La svolta è arrivata oggi grazie a una serie di trattative del Dipartimento della Cultura
Archivio Keystone
Ed Sheeran in concerto in Portogallo nel 2019.
Ed Sheeran in concerto in Portogallo nel 2019.
I musicisti britannici potranno andare in tour nell'UE malgrado la Brexit
O meglio, in quasi tutta. La svolta è arrivata oggi grazie a una serie di trattative del Dipartimento della Cultura

LONDRA - I musicisti e performer britannici potranno andare in tour nei paesi dell'UE anche malgrado la Brexit. Si è quindi risolta, come riportato dal Guardian, la questione sollevata da diversi artisti a ridosso dell'uscita dall'Unione Europea.

Il timore di cantanti, musicisti e anche attori, danzatori e aziende di service, era quello di perdere una parte importante dei propri introiti legati alle performance dal vivo a causa di problemi legati ai permessi di soggiorno e di lavoro. 

La svolta, spiega il quotidiano britannico, è arrivata grazie alle trattative intraprese dal Governo, e per la precisione dal Dipartimento della Cultura, con 19 degli Stati Membri (per ora gli unici esclusi sono Spagna, Portogallo e Grecia). Una mediazione simile, aperta a gennaio con Bruxelles, si era conclusa con un nulla di fatto. La decisione di negoziare con ogni singola nazione, quindi, si è rivelata quella vincente.

«Riconosciamo che ci sono ancora diverse sfide per quanto riguarda i tour per questo continueremo a lavorare in stretto contatto con gli esponenti dell'industria», conferma in nota il Dipartimento, «vogliamo che, appena le misure Covid lo permetteranno, i talenti del Regno Unito possano riprendere a viaggiare e a portare la creatività a un pubblico più vasto possibile».

Per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema, lo ricordiamo, si erano mobilitati anche diversi nomi molto grandi da Sting a Elton John fino a Ed Sheeran. Alcuni di questi avevano firmato una lettera collettiva poi pubblicata sul Times a gennaio.

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