Il tutto con un rallentamento dell'inflazione e un possibile atterraggio morbido dell'economia americana.
NEW YORK - La Federal Reserve lascia per la terza riunione consecutiva i tassi di interesse invariati ai massimi da 22 anni, segnalando che la sua aggressiva campagna di rialzi è ormai giunta al capolinea.
E apre la porta a tre tagli dei tassi nel 2024, quando il costo del denaro è atteso scendere di 75 punti base a una media del 4,6%. Ulteriori sforbiciate sono previste anche nel 2025, con i tassi previsti al 3,6%.
Wall Street plaude e avanza decisa: dopo un avvio debole i listini accelerano con la banca centrale americana che nota un rallentamento dell'inflazione e, quindi, della corsa al rialzo dei tassi.
Pur mantenendosi elevati, i prezzi nell'ultimo anno sono frenati. L'inflazione dovrebbe attestarsi al 2,8% quest'anno per poi calare al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e raggiungere il 2% nel 2026. Un calo progressivo accompagnato da un rallentamento dell'economia, con il pil che crescerà del 2,6% segnando poi un +1,4% nel 2024 e un +1,8% nel 2025.
«Potremmo essere agli inizi di un atterraggio morbido», affermano diversi analisti commentando le ultime stime della Fed. Convinta che l'economia americana centrerà un atterraggio morbido è anche la segretari al Tesoro Janet Yellen. «L'inflazione continuerà a scendere» e potrebbe avvicinarsi al target del 2% verso la fine del 2024: «i rischi all'orizzonte ci sono sempre, ma quelli di una recessione ora non sono alti», osserva Yellen intravvedendo un "soft landing" a portata di mano.
Nel notare il rallentamento dell'inflazione, la Fed non dichiara ancora vittoria contro la corsa dei prezzi: farlo «sarebbe prematuro», spiega il presidente dell'istituto Jerome Powell ribadendo che la banca centrale è pronta a intervenire «se emergeranno rischi che potrebbero impedire il raggiungimento dei nostri obiettivi».
La Fed «si muove con cautela» ed è «impegnata a raggiungere l'obiettivo di un'inflazione al 2%», afferma Powell nella conferenza stampa seguita alla due giorni di riunione. «Riteniamo che la nostra politica sia o sia vicino al picco», aggiunge il presidente della Fed assicurando che la banca centrale deciderà le sue mosse riunione per riunione.
Se le previsioni saranno confermate, i tagli della Fed potrebbero così arrivare nel mezzo dell'anno elettorale, durante il quale per tradizione la banca centrale si muove con estrema cautela per evitare di essere accusata di favorire un candidato.
La decisione della Fed arriva alla vigilia di quella della Bce. Anche l'Eurotower si appresta a lasciare i tassi di interesse fermi, con gli analisti che guardano già al 2024 prevedendo un taglio del costo del denaro in primavera.
Per l'agenzia Fitch il primo taglio della Bce arriverà in aprile. Per la Fed invece gli analisti stimano una stretta già in marzo.
«Abbiamo parlato della tempistica dei tassi», ammette Powell in uno slancio da colomba dopo mesi di tensione che, però, appaiono lontani nonostante i rischi geopolitici.