Le autorità dovrebbero valutare le possibili conseguenze sulla stabilità finanziaria, identificando vulnerabilità e canali di propagazione.
FRANCOFORTE - Gli ultimi sviluppi «richiedono una vigilanza rafforzata» sui rischi geopolitici e il loro impatto sulla stabilità finanziaria: a differenze di quanto suggeriscano le evidenze storiche, oggi «gli shock geopolitici possono fare da innesco per un'emergenza sistemica se interagiscono con vulnerabilità preesistenti». Lo si legge in un'anticipazione del Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca centrale europea (Bce).
Gli eventi storici più recenti, come l'11 settembre, secondo il rapporto della Bce indicano che «gli shock geopolitici, da soli, hanno scarsa probabilità di causare una crisi sistemica». Tuttavia «la storia recente potrebbe non essere un indicatore affidabile della gravità degli shock futuri». A creare instabilità finanziaria potrebbe essere una combinazione di diversi fattori, come shock geopolitici molto vasti, magari amplificati da fonti esterne, o un forte contagio.
Gli shock geopolitici - dice il rapporto - possono avere implicazioni avverse per le istituzioni finanziarie, impattando sulla solidità delle banche europee e della finanza non bancaria, ad esempio innescando deflussi o forti perdite nei fondi d'investimento. Un altro possibile canale è il potenziale declino del valore delle azioni bancarie, un allargamento dei credit-default swap oltre a costi di approvvigionamento più alti per il settore bancario.
Secondo la Bce le autorità «devono monitorare il rischio geopolitico e valutare le sue possibili conseguenze sulla stabilità finanziaria» identificando vulnerabilità e canali di propagazione, e studiare possibili risposte in modo da agire in modo rapido e coordinato. Gli istituti finanziari devono avere capitale robusto e un'attenta gestione della liquidità, e dotarsi di personale dedicato (o servizi esterni specializzati) al monitoraggio dei rischi geopolitici, con valutazioni periodiche e stress test. Lo studio della Bce si spinge fino a suggerire la sottoscrizione di polizze assicurative per le perdite da shock geopolitici, e la predisposizione di piani di contingenza per rispondere rapidamente ad eventi inattesi.