È la chiave per una vita professionale di successo ma per i millenial è quasi una rarità: «Continuano a dirmi: “Lei non ha esperienza”»
ZURIGO - Trovare da giovani un primo lavoro (e tenerselo) è la chiave per una vita professionale sana.
Gli economisti lo chiamano “effetto scarificazione“: chi inizia male ha più probabilità di continuare ad avere difficoltà anche durante tutto il resto della sua carriera.
Peccato che oggi, sia veramente difficile trovarlo. A confermarlo i dati dell'Ufficio federale di statistica (Ufs) che parlano di una percentuale di millenial (1982-1996) molto più disoccupata della generazione precedente (1946-1964) alla stessa età.
Si parla di più del doppio: 5,5% contro il 2,1% dei loro genitori. L'ostacolo più grande è l'ingresso: i giovani studiano a lungo e si propongono alle aziende più tardi e con quasi zero esperienza.
«Non sono pigro, cerco costantemente, quest'anno avrò fatto 400 domande», racconta il lettore di 20 Minuten L.D. che ha fatto l'apprendistato da informatico ed è a casa ormai da 5 anni, «se mi rispondono è con la solita antifona: lei non ha esperienza, ma come si fa a farsela?»
È importante che le aziende diano spazio per crescere: «Oggi nessuno investe in chi comincia, nessuno fa più assunzioni “sociali”», spiega l'economista sindacale Daniel Lampart, «dagli anni '90 in Svizzera si punta a massimizzare, assumendo da fuori».
Le aziende potrebbero fare di più? «Potrebbero attivare più stage e tirocini che possono poi convertirsi in posizioni, cambierebbe qualcosa... È giusto che i datori riscoprano le loro responsabilità».
Il consiglio? Tenersi stretto quello che si trova, maturando così la tanto richiesta esperienza, e intanto continuare a cercare il lavoro dei propri sogni.