I detriti presenti sull'orbita terrestre saranno ripuliti da un robot realizzato dal Politecnico federale di Losanna
LOSANNA - Sarà un robot 'spazzino' privato a eseguire la prima missione di pulizia dell'orbita dai detriti spaziali: l'Agenzia spaziale europea (Esa) ne ha acquistato il servizio firmando un contratto da 86 milioni di euro con il gruppo industriale guidato dalla start-up svizzera ClearSpace, spinoff del Politecnico federale di Losanna (EPFL).
La missione, chiamata ClearSpace-1, è prevista per il 2025 e servirà a rimuovere un adattatore da 112 chili lasciato in un'orbita di smaltimento a seguito del secondo volo del razzo Vega nel 2013.
«Siamo molto fieri che il nostro Spin-off ClearSpace sia stato incaricato dall'Esa per questa azione di pulizia», ha detto Martin Vetterli, Presidente dell'EPFL, citato in una nota dell'Esa. Il contratto ha un valore di 86 milioni di euro, circa 93 milioni di franchi.
La decisione di siglare questo contratto, invece che sviluppare e gestire direttamente la missione, rappresenta un primo passo con cui l'Esa intende creare un nuovo settore commerciale spaziale. Insieme all'acquisto parziale della missione (la stessa ClearSpace raccoglierà i rimanenti fondi attraverso investitori commerciali), Esa contribuisce anche alle tecnologie chiave per il volo, sviluppate nell'ambito dell'iniziativa Clean Space dell'Agenzia attraverso il progetto Adrios (Active Debris Removal/ In-Orbit Servicing).
Tali tecnologie includono sistemi avanzati di guida, navigazione e controllo e di intelligenza artificiale basata sulla visione, che consentiranno al robot spazzino di avvicinarsi all'obiettivo in sicurezza e su base autonoma, oltre a permettere ai bracci robotici di catturare il detrito. L'operazione «rappresenta un traguardo estremamente stimolante», sottolinea il direttore generale dell'Esa Jan Worner, perché quella del detrito spaziale sarà la prima acquisizione in orbita di un oggetto non cooperante o controllato.
Oltre a essere un importante banco di prova per la rimozione attiva dei detriti, la missione aprirà nuove prospettive anche per la manutenzione in orbita. Come spiega Luisa Innocenti, a capo dell'Ufficio Clean Space dell'Esa, le stesse tecnologie usate per ClearSpace-1 «permetteranno il rifornimento e la manutenzione in orbita dei satelliti, prolungando la loro vita operativa. Alla fine, prevediamo che questa tendenza si estenda fino all'assemblaggio, alla produzione e al riciclaggio in orbita».