Il Gigante giallo ha archiviato un 2020 da record. Un "boom" ma anche una sfida
BERNA - Un record dopo l'altro per la Posta, che nella sua storia non aveva mai recapitato così tanti pacchi come nel 2020, nel mezzo della pandemia di coronavirus.
Negli scorsi dodici mesi, collaboratrici e collaboratori dell'ex regia federale hanno trattato ben 182,7 milioni di pacchi, facendo segnare un aumento pari a quasi un quarto (+23,3%) rispetto al totale dell'anno precedente (148 milioni).
Il "boom" storico è stato innescato, durante la primavera dell'anno scorso, dal lockdown che, con la chiusura forzata dei negozi per diverse settimane, ha fatto da rampa di lancio all'aumento degli acquisti effettuati in rete. Un primato che però - si legge in una nota - ha costituito anche un'importante sfida che ha reso necessario un rinforzo, sia a livello di forza lavoro che di infrastrutture.
Più pacchi, meno lettere
Nel corso del 2020, il Gigante giallo ha creato 500 nuovi posti di lavoro, impiegato circa 800 lavoratori interinali e investito oltre 190 milioni di franchi per potenziare le proprie infrastrutture. Per la prima volta i pacchi sono stati spartiti anche nei centri lettere e in tutti e quattro i nuovi centri pacchi regionali. Solo così la Posta ha potuto trattare oltre 300'000 pacchi in più al giorno rispetto all'anno prima.
Tra tanti numeri che crescono ce ne sono però anche alcuni che si riducono: i piccoli invii e le lettere. I primi, dopo anni di crescita, hanno subito nel 2020 una contrazione del 2%. Gli invii di lettere invece confermano un trend in corso già da tempo. Il calo durante lo scorso anno è stato pari al 5,6%, mentre dal 2010 il mercato della corrispondenza si è ridotto del 30% circa.