È l'annuncio, inaspettato, del Centro del Politecnico di Zurigo KOF
ZURIGO - Contro ogni aspettativa, il numero di fallimenti in Svizzera non è aumentato dall'inizio della pandemia. Anzi, è addirittura diminuito, grazie in particolare alle varie misure di aiuto adottate dal Consiglio federale. Malgrado la prevista fine di questi sostegni, secondo il KOF non c'è da attendesi un'ondata di insolvenze.
In una nota odierna, il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF) rileva che nel 2020 i fallimenti di imprese (escluse le liquidazioni da parte delle autorità fallimentari) sono stati in media del 18% inferiori rispetto all'anno precedente. Mentre in tempi "normali" tra lo 0,06 e lo 0,07% di tutte le imprese annunciano mensilmente un fallimento, lo scorso anno si è arrivati a poco meno dello 0,05%.
Secondo il KOF, questa tendenza è in contrasto con quanto ci aveva abituato il passato: i fallimenti sono per esempio aumentati dopo l'abolizione del tasso di cambio fisso franco-euro (2015) e non si sono mossi dopo la crisi finanziaria dal 2008.
Lo scorso mese di maggio si è però assistito a un brusco balzo in avanti, ed è sorta la domanda se stesse per travolgerci una grossa ondata. Secondo le analisi degli economisti del KOF, i fallimenti delle imprese sono aumentati soprattutto in quei settori che sono stati particolarmente colpiti dalle limitazioni decise dalle autorità.
È anche probabile che si tratti per lo più di quei comparti in cui il cambiamento strutturale si è instaurato o è accelerato a causa delle mutate preferenze dei consumatori. Fra questi viene citato per esempio il turismo d'affari, che probabilmente anche in futuro crescerà limitatamente.
Pur aspettandosi un ulteriore aumento tendenziale dei fallimenti, gli esperti del KOF non prevedono pertanto un ondata, grazie in particolare all'attuale forte ripresa economica e al programma per casi di rigore messo a punto da Confederazione e Cantoni, che ha fornito liquidità ad alcune aziende vulnerabili.