In alcuni settori i datori di lavoro sono alla disperata ricerca di lavoratori qualificati
È quanto emerge da un'analisi effettuata dagli esperti di Credit Suisse, che mostra come le differenze tra settori siano importanti
ZURIGO - Le aziende svizzere vivono delle difficoltà nei processi d'assunzione, a causa della mancanza di personale qualificato.
Lo ha spiegato durante una conferenza stampa Emilie Gachet, economista di Credit Suisse, parlando del mercato del lavoro svizzero e annunciando lo studio «Monitor Svizzera».
Lo dimostra il rapporto tra disoccupati e posti vacanti: negli ultimi trimestri la disoccupazione è diminuita significativamente, mentre il numero di posti vacanti è salito a un nuovo record. Ciò che indica che in molti settori i datori di lavoro sono alla disperata ricerca di lavoratori qualificati.
Chi fa più fatica a reclutare?
La tensione sul mercato del lavoro (ovvero il rapporto tra posti vacanti e disoccupati, ndr.) è parecchio alta nel settore informatico, come anche negli studi d'architettura, nell'industria chimico-farmaceutica e nell'industria meccanica. Anche nel sanitario molte aziende lamentano difficoltà di reclutamento. Questi settori sono caratterizzati da molti posti vacanti e da una bassa disoccupazione. Situazione opposta nei trasporti e nel commercio all'ingrosso, dove i posti vacanti sono pochi.
Un caso particolare riguarda l'industria alberghiera e della ristorazione, dove sia il tasso di disoccupazione che il tasso di posti vacanti sono alti, indicando che le aziende non riescono a riempire i posti vacanti con le persone attualmente in cerca di lavoro. Bisogna qui però citare anche il trend del riorientamento professionale: molti dipendenti del settore turistico hanno cercato un lavoro in un altro settore durante la crisi (o hanno deciso ad esempio di dedicarsi a una formazione o a un perfezionamento professionale).
Le crescenti difficoltà di reclutamento hanno portato ad una certa pressione salariale. Per il 2022, gli esperti di CS si aspettano una crescita nominale dei salari dello 0,8%. Tuttavia, data l'inflazione prevista, è probabile che i salari reali scendano leggermente nel prossimo anno.
Congiuntura, nuove prospettive
Per quanto riguarda le prospettive congiunturali, il capo-economista di CS Claude Maurer per la Svizzera ha spiegato che «sono offuscate dalle nuove misure per contenere la pandemia, dall'incertezza che circonda la variante Omicron e dalle problematiche globali nelle catene di approvvigionamento». Ciononostante, per l'esperto la ripresa dell'economia elvetica proseguirà anche nel 2022, in modo però diverso tra un settore e l'altro.
Per gli esperti di Credit Suisse, la crescita economica sarà del 2,5% l'anno prossimo, nonostante i problemi sopracitati. Questo in particolare poiché gli effetti della pandemia sull'economia nel corso delle varie ondate si sono notevolmente affievoliti.
Inflazione, previsto un aumento
Maxime Botteron, economista di Analisi congiunturale Svizzera, ha invece illustrato le previsioni d'inflazione aggiornate di Credit Suisse, che prevede un aumento di circa 0,5 punti percentuali.
Questo a causa della pressione sui prezzi dovuta alle strozzature dell'offerta e alla normalizzazione prevista nell'anno prossimo dell'aumento dei prezzi relativi agli alimenti e ai viaggi. Visto questo trend, la Banca Nazionale Svizzera (SNB) può tollerare l'apprezzamento del franco rispetto all'euro.