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SVIZZERALe conseguenze indirette della guerra in Ucraina pesano più che le sanzioni sulle aziende svizzere

21.03.22 - 12:00
Circa la metà delle imprese interpellate da Economiesuisse indica che il conflitto ha un impatto sulla loro attività
keystone-sda.ch / STF (Zofia Bichniewicz)
Fonte Ats
Le conseguenze indirette della guerra in Ucraina pesano più che le sanzioni sulle aziende svizzere
Circa la metà delle imprese interpellate da Economiesuisse indica che il conflitto ha un impatto sulla loro attività

ZURIGO - Le aziende svizzere sono più toccate dalle conseguenze indirette della guerra in Ucraina che dalle sanzioni: è quanto emerge da un sondaggio di Economiesuisse.

Circa una su due - Circa la metà delle imprese interpellate indica che il conflitto ha un impatto sulla loro attività e un quinto delle società parla di un forte influsso, emerge dai dati resi noti oggi. Tutti i settori sono toccati, ma a gradi diversi: particolarmente sotto pressione sono i comparti dell'industria chimica, delle macchine, dell'elettronica, e dei metalli, come pure i produttori di generi alimentari e i grossisti.

Catene di approvvigionamento e costi - La guerra nell'est europeo ha reso ancora più acuti i problemi alle catene di approvvigionamento che già esistevano e che si sperava potessero essere superati con la fine della gran parte delle misure anti-pandemia. Il 57% delle aziende lamenta una carenza di materie prime, il 37% di beni strumentali (per esempio macchine per la produzione), il 25% di beni di consumo e il 12% di energia (per esempio il gas). Tutto questo ha un forte impatto sui costi. Già prima della guerra in Ucraina erano stati osservati aumenti significativi dei prezzi delle materie prime e dei prodotti intermedi: la guerra contribuisce ora a far rincarare l'energia.

I prezzi cresceranno ancora - Secondo Economiesuisse la pressione sui prezzi crescerà ancora e di conseguenza avrà un impatto maggiore sui prodotti finali. Per esempio l'industria chimica genera prodotti da materie prime poi utili anche nei consumi quotidiani, dalla plastica ai fertilizzanti: di conseguenza elettrodomestici, automobili, biciclette e molti articoli alimentari potrebbero diventare più cari. Anche le spese di trasporto stanno salendo: il caro benzina non rende più costoso solo il trasporto in nave e in aereo, ma anche quello in camion. Inoltre, a causa della guerra in Ucraina persistono le difficoltà logistiche dovute alla carenza di autisti, situazione che contribuisce a un ulteriore aumento dei prezzi. Nei prossimi sei mesi, le aziende di tutti i settori si aspettano una crescita media dei prezzi di circa il 5%.

Le sanzioni - Intanto cominciano a farsi sentire le conseguenze delle sanzioni degli stati occidentali nei confronti della Russia. Circa un quarto delle aziende intervistate è colpito da queste misure che interessano - stando alle risposte fornite - soprattutto le limitazioni nei pagamenti con le banche russe, un punto che colpisce sia il settore finanziario che quello delle esportazioni. Si denotano anche limitazioni nel traffico aereo; i voli merci e il trasporto passeggeri sottostanno a restrizioni nello spazio aereo russo e devono essere dirottati. Sono stati inoltre imposti divieti di esportazione, per esempio sui beni a doppio utilizzo, civile e militare. Nel segmento turistico si osserva la mancanza di ospiti russi.

Offerta globale limitata - Molti operatori di mercato si aspettano che la Russia, a causa delle sanzioni imposte, non sarà più nel prossimo futuro un fornitore di materie prime e si attendono così un'offerta globale ancora più limitata. Oltre al petrolio e al gas, questo potrebbe riguardare anche altre importanti materie prime come il ferro o il nichel. Non ci può perciò attendere una rapida soluzione alle strozzature dell'offerta: al contrario quasi l'80% delle aziende intervistate si aspetta problemi di approvvigionamento anche nei prossimi mesi.

Il sondaggio è stato condotto da Economiesuisse dal 2 al 10 marzo. Vi hanno partecipato 306 entità di tutte le regioni del paese ed è stato completato da 13 associazioni professionali che hanno parlato a nome del proprio settore.

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