Lo sfondo è quello relativo ai fondi Greensill. L'istituto ha violato, in maniera grave, gli obblighi in materia di vigilanza
BERNA - 'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha constatato gravi lacune presso il Credit Suisse nell'ambito del suo procedimento di enforcement avviato in relazione ai problemi della banca con i fondi Greensill.
Per diversi anni l'istituto ha gravemente violato gli obblighi sanciti dal diritto in materia di vigilanza per quanto concerne la gestione dei rischi e l'adeguata organizzazione d'esercizio, si legge in un comunicato odierno.
La FINMA ordina quindi l'adozione di provvedimenti correttivi che vanno ad aggiungersi alle misure già introdotte dal Credit Suisse in materia di governance e di controllo. D'ora in poi la banca dovrà verificare periodicamente a livello di membro della direzione le (circa 500) relazioni d'affari più importanti, in particolare sotto il profilo del rischio di controparte.
In effetti la relazione d'affari con Greensill è stata più volte trattata a livello di direzione, ma per lo più in modo circostanziato in relazione a un evento o a una richiesta specifica. Ai vertici mancava pertanto una visione d'insieme e un'analisi regolare e coerente dei rischi.
Il Credit Suisse è pure tenuto a fissare in un apposito documento le responsabilità dei suoi (circa 600) collaboratori di rango più elevato. Se non organizzano e gestiscono la propria area di competenza in modo tale da prevenire quanto più possibile i comportamenti scorretti, devono essere sanzionati dalla banca, per esempio con una riduzione della remunerazione variabile. La FINMA nominerà un incaricato della verifica con il compito di verificare il rispetto di queste misure di vigilanza.
L'Autorità ha inoltre avviato quattro procedimenti di enforcement nei confronti di ex manager della seconda maggiore banca svizzera. La loro identità non viene svelata. La FINMA - viene spiegato - può vietare alle persone che hanno commesso una grave violazione delle disposizioni legali in materia di vigilanza l'esercizio di un'attività dirigente presso un istituto finanziario; il divieto di esercizio della professione può essere ordinato per una durata massima di cinque anni.
In una presa di posizione il Credit Suisse accoglie con favore la conclusione dell'inchiesta. "Si tratta di un passo importante sulla strada per il superamento definitivo della questione", afferma il presidente della direzione Ulrich Körner. Nella nota viene sottolineato come la FINMA non abbia disposto alcuna confisca di utili. Le misure supplementari, viene aggiunto, non dovrebbero comportare costi ingenti per la banca.
Il procedimento era stato avviato subito dopo la chiusura a breve scadenza da parte del Credit Suisse, nel marzo 2021, di quattro fondi in relazione con società dell'imprenditore australiano Lex Greensill attive nell'ambito del finanziamento della catena di approvvigionamento delle aziende.
I fondi erano stati distribuiti a investitori qualificati e presentati come a basso rischio. Al momento della chiusura, i clienti vi avevano investito complessivamente circa dieci miliardi di dollari, riepiloga l'Autorità, che due anni fa aveva anche adottato vari provvedimenti d'urgenza volti a ridurre il rischio.
Con l'enforcement la FINMA voleva accertare se, nella relazione d'affari con Greensill, il gruppo bancario avesse violato il diritto svizzero in materia di vigilanza. Dall'inchiesta è emerso che la società di asset management del Credit Suisse aveva complessivamente scarse conoscenze e poco controllo sui crediti in questione. La selezione e la verifica non erano di fatto operate dalla banca, bensì dalla stessa Greensill. Il Credit Suisse aveva anche incaricato quest'ultima di stipulare la copertura assicurativa a proprio nome.