L'iniziativa vuole aiutare chi si è trovato in svantaggio a causa dell'acquisizione forzata della grande banca da parte di UBS.
LOSANNA - Una start-up losannese vuole lanciare una sorta di azione legale collettiva a favore di ex possessori di titoli di Credit Suisse (CS). L'iniziativa è pensata in particolare per i piccoli azionisti, che si sono trovati in una situazione di svantaggio a causa dell'acquisizione forzata della grande banca da parte di UBS.
«I grandi azionisti hanno i mezzi per avviare procedimenti costosi e possono quindi sperare in un accordo extragiudiziale», ha spiegato oggi in un'intervista all'agenzia finanziaria AWP Philippe Grivat, avvocato che con Alexandre Osti ha fondato lo studio Legalpass. Varie richieste saranno raggruppate in un'azione congiunta.
Se avranno successo, gli azionisti riceveranno un risarcimento proporzionale al numero di titoli posseduti. L'iniziativa collettiva permette inoltre di ridurre i costi, solitamente proibitivi, portandoli a un livello più ragionevole.
Andreas Hauenstein, dello studio legale Baumgartner Mächler, si occuperà di fare da rappresentante e di avviare un procedimento presso il competente tribunale di Zurigo. «La ricerca di uno specialista in diritto delle fusioni è stata difficile, dato che la maggior parte di essi lavora per uffici legati a UBS o Credit Suisse», ha evidenziato Osti.
Alla chiusura della borsa il 17 marzo, CS tecnicamente valeva ancora 7 miliardi di franchi. Tuttavia, UBS ha pagato solo 3 miliardi, sottolineano i fondatori di Legalpass, il che è «un ottimo affare». Addirittura, il leader bancario elvetico il 23 maggio ha inviato una relazione alla Securities and Exchange Commission (SEC), l'ente statunitense preposto alla vigilanza del mercato, in cui stimava in 38 miliardi di dollari il valore intrinseco di Credit Suisse. UBS avrebbe quindi ricevuto uno sconto del 90%, si è lamentato Grivat.
Gli azionisti interessati hanno fino al 20 luglio per annunciarsi. Contattata dall'AWP, UBS ha preferito non commentare l'azione di Legalpass.