Utile netto da quasi 29 miliardi di dollari dopo l'acquisizione dell'ex rivale
ZURIGO - L'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS ha creato le condizioni per un secondo trimestre da record per il colosso bancario elvetico. Poiché il prezzo d'acquisto dell'ex seconda banca svizzera era nettamente inferiore al valore contabile, UBS ha potuto iscrivere il cosiddetto avviamento negativo per un valore miliardario.
Giovedì mattina UBS ha annunciato i dati del secondo trimestre, con utile netto da record: 28,9 miliardi di dollari (25,3 miliardi di franchi svizzeri). Al netto dei vari effetti delle acquisizioni, l'utile ante imposte a livello di gruppo è ora stimato a 1,1 miliardi di dollari. La sola UBS ha guadagnato due miliardi di dollari nel secondo trimestre, in lieve calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. CS, invece, registra una perdita ante imposte di 8,9 miliardi di dollari, di cui 4,3 miliardi senza gli effetti legati all'acquisizione.
Nel core business della gestione patrimoniale, la cosiddetta divisione Global Wealth Management, UBS ha registrato nel secondo trimestre il più alto afflusso netto di capitali in oltre dieci anni, con 16 miliardi di dollari. Si sarebbe invece «in gran parte stabilizzato» il deflusso di fondi da CS, che nel periodo preso in esame registra afflussi netti di depositi per 18 miliardi.
L'integrazione delle attività svizzere - Secondo quanto annunciato questa mattina, UBS integra completamente le attività svizzere di Credit Suisse, il cui marchio andrà quindi a scomparire. Non è ancora chiaro quanti posti di lavoro andranno persi. I vertici del colosso bancario ritengono che la piena integrazione di Credit Suisse Svizzera sia la soluzione migliore nell'interesse di tutti. Le società continueranno a operare separatamente fino alla fusione legale prevista nel 2024. Il marchio "Credit Suisse" e le sue attività commerciali saranno mantenuti fino al trasferimento dei clienti e dei sistemi. L'obiettivo è integrare «in gran parte» CS in UBS entro la fine del 2026.
Risparmi a 10 miliardi di dollari - UBS ha comunicato inoltre di aver aumentato le previsioni di risparmio sui costi nell'ambito dell'integrazione con CS: l'aumento è stato di due miliardi rispetto alle precedenti stime, raggiungendo così la quota di 10 miliardi di dollari.
Sponsorizzazioni coperte almeno fino al 2025 - Può tirare un sospiro di sollievo chi in questi anni ha goduto della sponsorizzazione di Credit Suisse e, alla luce delle vicende dell'istituto, temeva di perdere l'importante introito: il CEO di UBS Sergio Ermotti ha dichiarato che «considerato l'importante ruolo che entrambe le aziende svolgono per le nostre comunità, manterremo tutti gli accordi di sponsorizzazione concordati per attività sociali, sportive e culturali in Svizzera almeno fino alla fine del 2025».
La sponsorizzazione di Credit Suisse comprendeva eventi sportivi (nazionale svizzera di calcio compresa), musicali e culturali.
Ermotti: «Non abbiamo sprecato tempo» - A due mesi e mezzo dalla chiusura dell'acquisizione di Credit Suisse, non sprechiamo tempo per creare vero valore per tutti i nostri stakeholder da una delle fusioni bancarie più grandi e complesse della storia», afferma Ermotti. «Stiamo riconquistando la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per realizzare economie di scala che ci permetteranno di focalizzare meglio le nostre risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura», prosegue il presidente della direzione di UBS. «Questa combinazione rafforzerà la nostra posizione globale come azienda di primo piano: una di cui il nostro mercato svizzero può essere orgoglioso. Siamo onorati da questo compito e dalla responsabilità che ci è stata affidata».