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SVIZZERA«La consegna tardiva dei giornali va discussa»

10.11.23 - 11:12
Il presidente del CDA della Posta Christian Levrat torna sull'argomento: «Per consegnarli entro le 12.30 perdiamo 70 milioni all'anno».
KEYSTONE/PETER KLAUNZER (PETER KLAUNZER)
Christian Levrat (a sinistra) insieme al responsabile operativo Roberto Cirillo.
Christian Levrat (a sinistra) insieme al responsabile operativo Roberto Cirillo.
Fonte ats
«La consegna tardiva dei giornali va discussa»
Il presidente del CDA della Posta Christian Levrat torna sull'argomento: «Per consegnarli entro le 12.30 perdiamo 70 milioni all'anno».

BERNA - La Posta torna alla carica sul tema dell'obbligo di consegnare i giornali entro le 12.30, a cui vorrebbe sottrarsi: «L'azienda perde soldi e occorre agire», afferma il presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Christian Levrat.

Perdite milionarie - «Si tratta di un problema comune degli editori e della Posta», afferma il 53enne in un'intervista pubblicata oggi da diverse testate romande, fra cui La Liberté. «Il numero di giornali stampati è in calo e i prezzi non coprono più i costi. Nonostante una sovvenzione di 50 milioni versata dalla Confederazione nell'ambito degli aiuti ai media, la Posta perde 70 milioni all'anno in questo settore. Dobbiamo mettere le cose sul tavolo e discutere onestamente».

«Giornali al pomeriggio? Senza senso» - Ma un giornale consegnato agli abbonati solo il pomeriggio - osserva l'intervistatrice - non ha più senso. «Il dibattito politico è di competenza del parlamento e riguarderà sia gli editori che la Posta», risponde l'ex consigliere nazionale (2003-2012) e consigliere agli stati (2012-2021). «Noi oggi non facciamo altro che sottolineare la necessità di agire, perché allo stesso tempo anche la consegna pomeridiana dei pacchi risponde a un'esigenza dei nostri clienti che hanno effettuato gli ordini la sera prima. E spesso sono gli stessi postini a consegnare pacchi, posta e giornali».

Ripensare la distribuzione - L'ex uomo politico a lungo presidente del Partito socialista svizzero (dal 2008 al 2020) ammette peraltro che consegnare un quotidiano fa parte del servizio pubblico. Ma aggiunge: «Dobbiamo semplicemente ripensare al modo in cui è organizzata la distribuzione, nell'interesse dei nostri clienti e a causa dei cambiamenti in atto nel mondo dei media». Nell'intervista Levrat parla pure degli aumenti delle tariffe postali - «come chiunque, subiamo il rincaro» - anche alla luce del fatto che i conti 2023 dovrebbero comunque chiudersi con un utile - «ma siamo sotto pressione di fronte al clima generale dei consumi e dell'inflazione» - come pure del costante calo del volume delle lettere e del forte arretramento dei pagamenti allo sportello.

«I licenziamenti? Molto difficile evitarli» - Non manca un accenno ai quasi 3900 dipendenti di Direct Mail Company (DMC) - filiale della posta attiva nella distribuzione di pubblicità e giornali - per la grandissima pare attivi a tempo parziale che perderanno il posto di lavoro: sarà  «molto difficile» trovare una soluzione per loro, dice. A questo proposito il padre di tre figli riferisce di avere problemi con la moglie per l'adesivo "Stop alla pubblicità" sulla cassetta della posta. «A casa mia è un casus belli da anni. Mia moglie ci tiene, perché è lei che si occupa della posta e dei rifiuti. Io no, perché trovo interessante sfogliare il materiale per vedere cosa succede nella mia regione».

«70% delle domande gestite dalla AI» - Non mancano le considerazioni sull'intelligenza artificiale (IA). «Oggi, il 70% delle domande dei clienti ricevute tramite il canale di chat vengono gestite direttamente dal nostro chatbot», spiega Levrat. «L'IA viene utilizzata anche per pianificare i giri dei postini, incorporando informazioni sul traffico e sulla meteo». E a chi critica la Posta sostenendo che, attraverso l'acquisto di aziende, distorce la concorrenza, il giurista con laurea in giurisprudenza conseguita a Friburgo risponde in modo lapidario: «Il sistema della Posta è semplice: offriamo servizi in concorrenza con altri e copriamo i costi non coperti del servizio universale. Mi sembra molto più intelligente che ricorrere a sovvenzioni statali».

Chi è - Christian Levrat è presidente del Cda della Posta dal primo dicembre 2021. Ha alle spalle una carriera politica, ma nessun incarico di dirigente aziendale. La sua nomina è avvenuta da parte del Consiglio federale su proposta della collega di partito e responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) Simonetta Sommaruga. Levrat era succeduto a Urs Schwaller: un altro friburghese, ma PPD, che da parte sua era stato a sua volta proposto dall'allora numero uno del DATEC Doris Leuthard, pure lei esponente dell'allora Partito popolare democratico (PPD), oggi Centro.
 
 

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COMMENTI
 

Aaahhh 11 mesi fa su tio
Una gran tristezza nell’insieme ma leggere come il buon levrat ora difende e deve difendere certe misure da una certa soddisfazione… ma resta una tristezza specialmente per chi lavora nella posta
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