Nel 2023 le vendite sono rimaste quasi stabili in termini di volumi, ma sono salite nettamente in relazione al fatturato
ZURIGO - Nel 2023 le vendite di cioccolato svizzero sono rimaste quasi stabili in termini di volumi, ma sono salite nettamente in relazione al fatturato, cosa che fa pensare a un sensibile aumento dei prezzi, sulla scia dell'incremento del costo delle materie prime.
Stando ai dati diffusi oggi dall'associazione dei produttori Chocosuisse sono state smerciate 207'800 tonnellate, lo 0,7% in più dell'anno precedente. In calo sono risultate le esportazioni (-0,2% a 150'500 tonnellate) - con i principali mercati che sono Germania, Regno Unito, Francia, Canada e Stati Uniti - mentre il consumo interno è progredito (+3,1% a 57'291 tonnellate).
Il quadro è invece di netto incremento se si considera il giro d'affari: +7,2% a 1,9 miliardi di franchi, con la crescita che interessato sia la Svizzera (+6,4% a 0,9 miliardi) che l'export (+7,7% a 1,1 miliardi). Il consumo pro capite è invece sceso dell'1,0% a 10,9 chilogrammi, di cui il 6,4 chilogrammi di cioccolato svizzero (+1,7%) e 4,5 chilogrammi di prodotto importato (-4,7%).
La pressione generale sui prezzi e l'aumento del costo del cacao stanno creando problemi ai produttori, argomenta Chocosuisse. "La protezione delle frontiere agricole elvetiche comporta un aumento dei costi di produzione in Svizzera", afferma Beat Vonlanthen, presidente dell'organizzazione, citato in un comunicato.
Le 16 aziende attive nel ramo - due delle quali ticinesi: la Alprose di Caslano e la Chocolat Stella di Giubiasco - davano lavoro nel 2023 a 4840 persone.