La mossa comunicata pochi istanti fa è ben più incisiva di quanto atteso dagli analisti.
BERNA - La Banca nazionale svizzera (BNS) allenta ulteriormente la sua politica monetaria e lo fa con un'intensità che sorprende il mercato: l'istituto d'emissione ha deciso di abbassare di 0,50 punti il suo tasso guida, portandolo allo 0,50%. Si tratta del quarto taglio quest'anno: i primi tre erano stati di 25 punti base.
La mossa comunicata pochi istanti fa nell'ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria è ben più incisiva di quanto atteso dagli analisti, che in modo pressoché unanime (14 su 17 esperti considerati dall'agenzia Awp) si aspettavano una riduzione di soli 25 punti base. Non veniva comunque totalmente esclusa nemmeno una sforbiciata ancora più massiccia: 3 specialisti scommettevano infatti su un decremento di 50 punti base, come poi si è verificato.
Per la BNS si tratta di contrastare le pressioni al rialzo sulla moneta elvetica (l'euro è stamane scambiato a meno di 0,93 franchi, non lontano quindi dai minimi assoluti) e di evitare spinte deflazionistiche, con un occhio di riguardo alla congiuntura elvetica: la crescita del prodotto interno lordo ha rallentato nel terzo trimestre (+0,2% a fronte del +0,4% dei tre mesi precedenti). Inoltre l'istituto deve guardare anche ad altre realtà: ulteriori tagli dei tassi sono infatti previsti sia da parte della Banca centrale europea, che informerà nel pomeriggio, sia da parte della Federal Reserve, che deciderà la settimana prossima.
Va peraltro sottolineato come la Banca nazionale si muova in un contesto che vede i prezzi salire, ma in modo meno marcato che nel recente passato. L'inflazione in novembre si è attestata allo 0,7%, a fronte dello 0,6% registrato in ottobre, che era stato il valore più basso dal giugno 2021. Si trova quindi vicino al centro della fascia di obiettivo che la BNS considera di stabilità, cioè un rincaro compreso fra 0% e 2%.
Come si ricorderà per frenare la progressione dei prezzi la BNS fra il 2022 (inflazione media annua al 2,8%) e il 2023 (rincaro al 2,1%) aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Lo scorso 21 marzo, constatando che l'inflazione era tornata sotto il 2%, l'istituto aveva proceduto a un taglio del costo del denaro, che era sceso all'1,50%: la BNS era stata la prima grande banca centrale ad operare una sforbiciata ai tassi, dopo la fase di rialzi dei prezzi avvenuta in particolare in concomitanza con l'inizio della guerra in Ucraina e le relative sanzioni contro la Russia. La banca guidata da inizio ottobre dal nuovo presidente della direzione Martin Schlegel ha confermato lo stesso approccio il 20 giugno (tasso all'1,25%) e il 26 settembre (tasso all'1,00%).
Stando agli esperti la fase di ribassi durerà ancora: gli specialisti si aspettano che il tasso guida alla fine del 2025 avrà valori compresi fra 0,00% e 0,50%, con un analista che punta addirittura su un tasso negativo, di portata non precisata. Il prossimo esame trimestrale della situazione è in programma il 20 marzo.