Il tema è stato dibattuto durante una conferenza online, tra ottimismo e cautela
LUGANO - Siamo in un periodo di fortissima crisi economica, a causa della pandemia, ma ciò nonostante le Borse mondiali sono a livelli da record, con un sempre maggior numero di persone che decidono d’investire.
È importante quindi chiedersi se questo ottimismo dei mercati finanziari sia veramente giustificato, soprattutto di fronte a una crisi pandemica non ancora terminata e che potrebbe lasciare tracce indelebili.
Se n'è discusso oggi ad una tavola rotonda virtuale, organizzata dall’Associazione Bancaria Ticinese (ABT) sul tema dell'euforia delle Borse.
«Le Borse guardano al futuro»
Secondo Stefano Ambrogi, Capo Investment Advisory della Banca Julius Bär & Co. Lugano, è importante sottolineare che le borse non guardano al presente ma «all'aspettativa del domani», in quanto «è il futuro» che traina le Borse. Ed è per questo che si nota «uno scollamento tra l'economia reale (che è in difficoltà) e l'andamento delle Borse, che dopo i minimi di marzo 2020 stanno effettuando una cavalcata fortissima».
Inoltre, «le Borse odiano l'incertezza», e quando i Governi e le Banche centrali hanno parlato in maniera chiara di sostegno all'economia, ciò ha profuso ulteriore fiducia al mercato azionario, facendo esplodere le Borse e di conseguenza l'appetito degli investitori.
Di conseguenza, secondo l'esperto, è prevista per il futuro una ripresa notevole: «Vediamo determinati stimoli che ci mostrano che l’economia farà bene».
Attenzione al futuro
Antonio Mele, Professore di finanza all'USI e Ricercatore dello Swiss Finance Institute, è invece più scettico. Vista l'importanza degli interventi a livello mondiale, «è normale» che i mercati finanziari abbiano reagito. Un intervento dello Stato così massiccio (come nel caso degli USA) è ovvio che faccia brindare la Borsa, è difficile immaginare un calo anticipando tali tassi di crescita.
D'altra parte, però, «ricordiamoci che il sostegno dello Stato può durare qualche anno, ma poi l’economia dovrà trovare il suo percorso da sola», e quindi «va analizzato cosa stanno facendo le banche ora, se stanno erogando crediti» avverte Mele, per il quale è «preoccupate la divisione» che sta avendo luogo in Europa al momento, tra la parte periferica (Portogallo, Spagna, Italia) e quella centrale (Germania, Francia).
Ciò che si sa, è che «la politica svolgerà sicuramente un ruolo importante, influenzando l'andamento della stabilità finanziaria».
L'importanza del contesto geografico
A detta di Fabio Bossi, Delegato della Banca Nazionale Svizzera (BNS) per la Svizzera Italiana, non si può prevedere se l'ottimismo sia giustificato o meno.
Prima di tutto, Bossi ha chiarito che «in una crisi finanziaria lo shock è molto più forte e a lungo termine di quello causato dalla pandemia. La pandemia non arriva dal settore finanziario, e con l’arrivo degli allentamenti l’economia riprende a funzionare con delle conseguenze che possono variare» sia in positivo che in negativo.
Secondo l'esperto di macroeconomia, poi, «la relazione tra economia reale e mercati finanziari bisogna contestualizzarla», in quanto le varie realtà «non sono tutte identiche». Per quanto riguarda la Svizzera, il contesto è particolare: «alla Borsa elvetica di Zurigo sono quotate poche imprese svizzere», principalmente grandi aziende e di alcuni settori in particolare (ad esempio la farmaceutica), «non è quindi facile correlare l'andamento dell'economia e quello del mercato azionistico».
L'intera discussione, lo ricordiamo, è consultabile (a partire da domani) sul sito ufficiale dell'ABT.