Delude il film Netflix di Joe Wright con Amy Adams: premessa alla Hitchcock, finale da slasher di livello scadente
LOS ANGELES - Tra i film sui quali Netflix ha puntato forte c'è sicuramente "La donna alla finestra", uscito sulla piattaforma di streaming lo scorso 14 maggio.
Diretto da Joe Wright ("Espiazione", "L'ora più buia"), è tratto dal bestseller di A.J. Finn. Il cast è da film di serie A: la protagonista è Amy Adams e intorno a lei gravitano, tra gli altri, Gary Oldman, Julianne Moore e Anthony Mackie. Dunque, cos'è andato storto per far sì che critica e pubblico (e noi compresi) lo abbiano stroncato?
"La donna alla finestra" ha una buona premessa: la protagonista Anna Fox, costretta in casa dall'agorafobia si ritrova a spiare dalla finestra della sua casa di New York la famiglia che si è appena trasferita nell'edificio di fronte. Dopo aver assistito a un crimine brutale, la donna scopre che niente e nessuno è come sembra. All'inizio siamo quindi in ambiente Hitchcock, con tanto di citazione visiva dal capolavoro "La finestra sul cortile", inevitabile quando al cinema si parla di qualcuno che osserva ossessivamente da una finestra.
Il film prosegue però con parecchi inciampi e incertezze, fino alla svolta finale da film horror slasher di quarta categoria. Sono molti i problemi di "Una donna alla finestra" e si trovano nella sceneggiatura di Tracy Letts e nell'incertezza di Wright nel seguire una direzione precisa. Ecco quindi che Adams si è trovata a dover sostenere l'onere del film quasi da sola, senza riuscire a salvarlo ma senza aggravare sostanzialmente la situazione. Francamente inutili i contributi di Moore e Oldman: quando si dice sprecare due premi Oscar...