Il direttore di RadioDeejay favorevole allo stop ai balli da oggi, «quando peraltro non conta quasi più niente»
ROMA - Nella questione del divieto al ballo nelle discoteche l'Italia sembra spaccata in due, tra contrari al provvedimento (in particolare gli oppositori politici del governo, Salvini e Toti su tutti) e favorevoli. Tra questi c'è Linus: il noto dj e direttore di RadioDeejay è netto sull'argomento: «E così, da oggi, quando peraltro non conta quasi più niente, le discoteche torneranno a restare chiuse» afferma, criticando peraltro (come molti) che la decisione sia stata presa con eccessivo ritardo e che sia giunto dopo Ferragosto.
«Ho dovuto mordermi la lingua in queste settimane per evitare di infilarmi in polemiche di cui proprio faccio volentieri a meno, ma adesso che è stata presa la decisione posso chiedermi...ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti?!?
I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?»
Linus allarga poi lo sguardo su quanto è stato fatto all'estero: «A Ibiza, capitale delle discoteche europee, hanno avuto il coraggio di tenerle chiuse, qui ogni zona poteva decidere in funzione dei casi della regione. Perché nei locali al mare (gli unici aperti) si sa che ci vanno solo i ragazzi del posto, non i turisti. “I ragazzi hanno diritto di vivere”, dicono i paraculi. I ragazzi hanno migliaia di altri modi per divertirsi. Correndo qualche rischio, certo, perché è assurdo pensare di chiudersi in un bunker. Ma è stupido favorire i problemi».
Conclude quindi Linus: «“Il settore è in crisi”. Certo, e ovviamente mi dispiace, ci ho passato buona parte della mia vita, ma a parte Amazon conoscete qualche attività che non abbia avuto problemi da questa situazione?».