Quello di Achille Lauro sul palco dell'Ariston che ha indignato clero e politica, ma Amadeus lo difende: «È un artista»
SANREMO - Auto-battezzarsi sul palco dell'Ariston, in prima serata, a torso nudo e mentre il tuo coro canta «Alleluia!». Non era una polemica servita su un piatto d'argento, quella di Achille Lauro, ma già cotta e mangiata.
Il siparietto in apertura del Festival di Sanremo da parte del trapper/cantante milanese non ha mancato di generare il vespaio che tutti si aspettavano. E già Fiorello, durante la diretta di martedì, aveva scherzato: «Achille, chissà che scriverà domani l'Osservatore Romano!».
A indignarsi sui social soprattutto la politica conservatrice e anche il clero. In quest'ultimo è compreso il vescovo di Sanremo che, alla vigilia della messa in onda aveva già chiesto «responsabilità», e che ha in seguito definito l'esibizione «un episodio penoso».
Ad accuse risponde lo stesso Amadeus: «Ha turbato anche me, e lo dico da persona molto credente», ha commentato nella quotidiana conferenza stampa del FEstival, «lui però non ha mancato di rispetto a nessuno, è un artista e deve potersi esprimere liberamente».
«Bisogna accettarlo, altrimenti teniamo i giovani lontani tanto dal Festival quanto dalla Chiesa», aggiunge e conclude scherzando: «In ogni caso dopo l'episodio di Bugo e Morgan non c'è nulla che può più spaventarmi».