Il celebre autore ha raccontato alcuni retroscena sui due artisti scomparsi
MILANO - «Due rivoluzionari». Così Mogol definisce Lucio Dalla e Lucio Battisti, due grandi artisti della musica italiana ormai scomparsi. «Erano due artisti liberi e rivoluzionari - ha raccontato l’autore a Oggi -. Purtroppo non vedo eredi in giro, nella musica di adesso è difficile trovare qualcosa che mi piaccia». Mogol ha lavorato a stretto contatto con Battisti, ma nutriva un enorme rispetto nei confronti di Dalla. «Mi ha sempre fatto un’impressione strana - ha aggiunto Mogol -. Aveva qualcosa di religioso e qualcosa all’opposto, di pagano quasi. Un grande artista, senza dubbio, uno dei più grandi cantautori e compositori della nostra musica».
Battisti invece era «uno che imparava tutto, con la velocità della luce». I due hanno firmato insieme brani entrati nella storia della musica italiana, poi d’improvviso decisero di separare le loro strade. Mogol, a distanza di anni, ha svelato il motivo di quell’addio.
«Non abbiamo mai litigato, ci siamo rivisti dopo, siamo anche andati a mangiare insieme. È stata una questione di principio, non di soldi. Quando abbiamo iniziato, la Siae pagava la maggior parte dei diritti d’autore al musicista, meno all’autore del testo, e io l’avevo accettato. Poi la Siae si è adeguata al resto del mondo e una sera gli chiesi di dividere i diritti a metà. Lui sul momento mi disse di sì, poi al mattino, forse influenzato da qualcuno, ci ripensò e disse di no. ‘A queste condizioni non scrivo più con te’, gli dissi. Sono andato a scrivere con gli altri, e lui ha trovato un autore diverso».