È il suo secondo singolo per Visory Records Suisse, il suo produttore: «È un ragazzo davvero molto umile»
LUGANO - È stato pubblicato un paio di settimane fa e ha già avuto modo di farsi notare: parliamo di "Tu vivi", il nuovo singolo di Dose.
È il secondo brano pubblicato da Devid Nicolò per l'etichetta Visory Records Suisse.
Quanto ti sei messo a nudo con "Tu vivi"?
«Ho mostrato molto di me, ma dire che mi son messo a nudo può essere quasi esagerato (ride, ndr). Diciamo che ho parlato di fatti che mi sono personalmente accaduti in passato. Ho deciso di condividerli per mezzo di un testo che rispecchia molto la mia persona e non il mio personaggio».
Cosa rappresentano le ustioni che citi nel ritornello?
«Sono da vedere come le conseguenze di una scelta, giusta oppure sbagliata, che una persona può aver vissuto in determinati periodi della propria vita. L'età non conta: puoi essere giovane oppure già in là con gli anni. Se puoi rispecchiarti in queste ustioni sicuramente è perché ti sei già sentito toccato in modo positivo o negativo da una tua scelta passata.
L'essere costretto in casa durante il lockdown ti ha dato una spinta creativa che hai riversato in "Tu vivi"?
«Non è nata durante la quarantena, però grazie a questo periodo particolare di "reclusione" è stata perfezionata fino a diventare la canzone che state ascoltando».
Per avere un quadro d'insieme più completo abbiamo posto qualche domanda anche ad Alessandro Saiani, il responsabile di Visory Records Suisse.
Su cosa avete deciso di puntare al momento di arrangiare e produrre il brano?
«Abbiamo cercato di portare a maturazione un percorso che da tempo stavamo percorrendo con Devid. In questo periodo di grandi cambiamenti negli ascolti musicali, dove si sta tornando alla “musica suonata”, abbiamo pensato fosse un passaggio obbligato lavorare su suoni molto naturali e, se vuoi, anche un po’ anni Ottanta. Sicuramente il basso "vero", suonato in maniera molto soul soprattutto nei ritornelli, dà al pezzo quel carattere “live” che fa la differenza su altre produzioni ancora “molto elettroniche”».
Quali sono i punti di forza di Dose?
«Ce ne sono tantissimi, altrimenti non sarebbe un artista Visory Suisse (ride, ndr). Musicalmente, credo che il tempismo nell’inserire i testi nelle strofe sia una sua grande dote. Umanamente, trovo che Devid sia un ragazzo davvero molto umile che ascolta, raccoglie e pensa molto prima di rispondere».
Come ti rapporti con i giovani artisti dell'etichetta?
«Credo che al giorno d’oggi sia necessaria molta umanità nel seguire i ragazzi che vogliono tentare la sorte nel mondo discografico. Ritengo quindi che non basti realizzare una canzone e imporre dei paletti nel completarla per ottenere stima e successo; credo sia necessario instaurare un rapporto che vada oltre al cantare e/o scrivere, cercando di conoscere molto bene con chi stai lavorando».