Quattro remix per il progetto di un anno fa firmato UFO Over, con un nuovo alias ma sempre con la stessa regia
LUGANO - Lo scorso 5 marzo è uscito, negli store digitali e sulle piattaforme di streaming, "Adaptation Theory (Remixes)" di UFO Over (ovvero Luca Tavaglione, nome conosciutissimo in tutto il Cantone). È il nuovo progetto della casa produttrice indipendente luganese SevenScalesRecords, edito con l'etichetta 3-4-1 Cuts Dark.
I quattro remix inclusi in questo EP arrivano esattamente a un anno di distanza da "Adaptation Theory", che fu pubblicato il 5 marzo 2020. Quello che era l'album di debutto del produttore techno svizzero (arrivato in quella che ha definito la sua «terza giovinezza») è stato rivisto dopo 12 mesi d'intense ricerche e sperimentazioni. Il risultato è la rilettura (con un altro alias già esistente, Raimond Ford), di quattro estratti da quel disco. Rispetto al prodotto nato un anno fa, "Remixes" «riporta saldamente nelle profondità della pista da ballo» con un'assoluta uniformità di tempo e di tono: un pulsante 4/4 techno «tanto viscerale quanto implacabile».
Sono vere e proprie reinterpretazioni, figlie di una diversa filosofia musicale. «La differenza tra UFO Over e Raimond Ford è concettuale oltre che musicale» ha avuto modo di spiegare in una recente intervista. «UFO Over è un progetto sperimentale nato nel 2014 per raccontare i disagi e i fatti inspiegabili legati al territorio di Lugano dove vivo, musicalmente capace di catturare e trasformare in note l'ambiente circostante oltre che di mescolare anche nelle performance dal vivo più generi come potrebbe essere la musica classica con l'elettronica. Raimond Ford nasce invece negli anni Novanta per proporre solo musica techno, un progetto parallelo allo pseudonimo più famoso Dj Lukas, con cui suonavo per finire unicamente musica hard e industriale nei maggiori clubs e festival nazionali e internazionali; quindi rispetto a UFO Over tutti nomi legati essenzialmente alla pista da ballo».
Non è per nulla difficile, ascoltando i brani, restare ipnotizzati da questa «massa ribollente di bassi e tamburi sibilanti» che è "Adaptation Theory" e da quel «mostro minaccioso che si muove attraverso ondate paranoiche di synth» che è "Organic Model". Ancora di più si resta avvinghiati in "Phosphorescent Plants" e nelle sue «linee synth poliritmiche», mentre la conclusione con "Vulcania" è all'insegna di un martellamento costante. Quattro brani che aspettano solo di essere suonati in un club, non appena la situazione pandemica sarà tale da poter riaprire in sicurezza i locali.