MPS
Il movimento per il socialismo prende atto delle misure annunciate oggi dal governo in ambito economico per cercare di porre un ulteriore freno alla propagazione del virus.
L’MPS, come noto, ha rivendicato fin dall’inizio il blocco delle attività produttive e dei servizi non socialmente necessarie; le decisioni del governo vanno in questa direzione, ma riteniamo che, soprattutto per il settore produttivo privato, avrebbero potuto essere prese con più rigore e decisione.
Vi sono infatti settori produttivi che, nella loro grande maggioranza, non rispondo a necessità produttive e sociali urgenti: pensiamo, ad esempio, a tutto il settore dell’edilizia o a settori industriali che lavorano per l’esportazione e che non producono per esigenze sociali urgenti (basti pensare, ad esempio, al settore dell’industria delle macchine, a quello informatico, della moda, degli orologi, etc.). In questo senso il governo avrebbe dovuto assumere decisioni più radicali e chiare, invece di indicazioni contraddittorie che sostanzialmente lasciano migliaia di lavoratori sotto il libero arbitrio di padroni che privilegiano i loro profitti alla salute delle maestranze e alla lotta contro la pandemia.
Pure importante sarebbe stato, al di là delle indicazioni relative alle misure già in atto come il lavoro ridotto, indicare chiaramente la necessità che, oltre alle condizioni economiche delle aziende, vengano anche preservata le condizioni salariali e reddituali dei lavoratori dipendenti (che rappresentano, val la pena ricordarlo, oltre il 75% della popolazione) e di tutta una schiera di lavoratori indipendenti e autonomi (titolari di microaziende).
Anche in questo senso ci attendiamo da governo un intervento e misure ancora più decise.
L’MPS rinuncia a partecipare al dibattito di lunedì 16 marzo (a Bellinzona) sulle elezioni comunali
Lunedì prossimo la RSI ha previsto un dibattito in vista delle elezioni comunali di Bellinzona. L’MPS informa di aver deciso di non partecipare a questo dibattito.
La popolazione del nostro paese si trova di fronte a una situazione di emergenza straordinaria, le persone vengono invitate a stare a casa e non muoversi se non per ragioni eccezionali. Ci sembra quindi importante dare un segnale di responsabilità in questo senso.
Cosa che non sembrano aver colto i rappresentanti di altri partiti. Infatti venerdì la RSI aveva comunicato (saggiamente) che il numero di partecipanti al dibattito sarebbe stato ridotto, per rispettare le norme di sicurezza, a un solo rappresentante per ogni lista. Ciò ha scatenato, tra i rappresentanti delle liste maggiori che avrebbero dovuto avere tre rappresentanti, una squallida polemica sulla necessità di garantire la rappresentanza proporzionale delle forze in campo e sulla necessità quindi di poter permettere ai partiti più grandi di avere più partecipanti al dibattito.
Un segnale molto preoccupante sulla capacità di chi ci dovrebbe rappresentare di cogliere la gravità della situazione e le priorità politiche del momento.
Nella fase attuale, la discussione politica, necessaria e importante, deve essere principalmente rivolta alle misure per combattere il coronavirus: e questo può avvenire anche attraverso le prese di posizione che i partiti politici possono diffondere attraverso i tradizionali e i più moderni strumenti di comunicazione.
L’MPS si chiama fuori da questo gioco; invita la RSI a rinunciare al dibattito e, qualora lo stesso dovesse comunque essere mantenuto, si riserva di inviare una presa di posizione più dettagliata che chiederemo venga letta all’inizio del dibattito.