di Daniele Casalini, già Consigliere comunale di Lugano e deputato in Gran Consiglio per la Lega
È ancora presto per stabilire la data di partenza per l’intera economia del cantone, ma, i dati sul rallentamento della pandemia (COVID-19) ci dicono che, per non farsi trovare impreparati è il momento di attuare una pianificazione dettagliata.
Come fare? Chi prima e chi per ultimo? Si potrebbe dire che la priorità vada ai beni di servizio e per evitare il prematuro rientro alla normalità senza essere certi che il virus sia definitivamente sconfitto, sarebbe bene che fino a termine dell’anno scolastico, le stesse restino chiuse e si continui con l’insegnamento on-line.
Che siano attuate quelle giuste misure di sicurezza nel mantenimento delle distanze nei luoghi pubblici, che si tengano chiusi quei luoghi di assembramento e annullate tutte le manifestazioni di piazza almeno fino a settembre.
Per quanto riguarda l’edilizia, l’artigianato e i negozi, sarebbe d’auspicio che le istituzioni, nella prima fase programmata, conceda al sistema produttivo di ripartire unicamente con mano d’opera residente e che si prolunghi il divieto di entrata per tutto il frontalierato, con eccezioni di caso, evitando eventuali nuovi contagi provenienti dalla regione più colpita d’Italia.
Ogni paese colpito dalla pandemia (COVID-19) ha bisogno di un tempo di ripresa e questo è possibile solo se ci si concentra portando benessere alla propria economia e dando possibilità a chi oggi è più debole di trovare un posto di lavoro, altrimenti tutto questo finirà ancora una volta sulle spalle del paese con altro danno ai nostri conti pubblici.
Che sia pure sospeso a tempo determinato l’accordo e la convenzione di Schengen (La Svizzera lo può fare), affinché si possa essere sicuri che la pandemia sia sotto controllo e che l’economia abbia ripreso il suo cammino verso una ripresa solida e certa.
Solo con un’analisi dettagliata della situazione, si potranno evitare ripercussioni nocive al sistema e consolidare una crescita nel tempo.