Roberto Sanvido, Lugano
LUGANO - Mi sono trovato negli ultimi mesi in una situazione che di sicuro sarà capitata anche ad altri ed è quella di sostenere moralmente un amico (nel mio caso anche collega di lavoro) con una grave disfunzione cardiaca. Dopo mesi di paure (comprensibili) l’ho convinto a farsi sostenere e operare al Cardio Centro di Lugano detto anche Ospedale del Cuore, fino qui nulla da dire, operazione riuscita e oggi lui è a casa. Essendo io l’unico che gli faceva visita avendo i parenti in un altro continente mi sono sentito di dire che all’Ospedale del Cuore esiste il concetto “il paziente” e mi spiego, a parte lo staff medico di cui conosciamo il valore, mi raccontava che lo staff di infermieri e ausiliari avevano una professionalità e umanità nei confronti del paziente da portarlo a riprendersi anche con una semplice parola e un semplice gesto.
Qui mi è ritornata in mente una schermaglia mediatica del 2019 e mi sono chiesto se aveva un valore o era solo la paura di perdere un gioiello, io che reputo gli ideatori e fondatori del progetto Ospedale del Cuore persone di alto livello professionale e umano sono convinto che a parte le solite discussioni che forse servono, questi grandi signori di sicuro hanno sempre pensato che l’Ospedale del Cuore era, è e sarà dei Ticinesi. Ora visto quanto successo al mio amico che ora è di nuovo attivo, questo gioiello anche nel prossimo futuro dove ci saranno mutazioni formali ma non di sostanza operativa venga lasciato un piccolo spazio agli ideatori e fondatori secondo le norme e gli statuti. Concludo con la mia opinione, che un gioiello come l’Ospedale del Cuore saprà restare tale anche se sotto un altro mantello formale, si perché mantelli a parte rimane dei Ticinesi.