Il timoniere australiano ha parlato del suo futuro
«So che in Italia c’è una "next gen” molto talentuosa, sono felice di essere alla fine». Nel 2010 e 2013 vinse l’America’s Cup per due volte consecutive con BMW Oracle.
BARCELLONA - Tramontato a Barcellona il sogno di giocarsi l’America’s Cup contro il Defender Team New Zealand, per Luna Rossa tira aria di cambiamenti. James Spithill, l’uomo delle grandi imprese e rimonte, questa volta non è riuscito a ribaltare il risultato contro Ineos Britannia, che nell’atto conclusivo della Louis Vuitton Cup ha chiuso i conti sul 7-4.
L’equipaggio azzurro promette di tornare più forte di prima («Il team andrà avanti, dobbiamo riprovarci», ha confermato lo skipper e team director Max Sirena), ma lo farà verosimilmente senza il suo timoniere.
«Credo di essere alla fine - ha confessato ai media Spithill, 45enne che vanta il maggior numero di regate vinte in America's Cup - So che in Italia ci sono tanti velisti di talento, c’è una "next gen” molto forte, molto talentuosa e io sono felice di essere alla fine», ha ribadito l’australiano.
Il pensiero va a Marco Gradoni, il 20enne che ha già vinto la Coppa America Young e ha anche al suo attivo quattro mondiali. Nel "vivaio" c’è anche Ruggero Tita, doppio oro olimpico.
Da parte sua Spithill - che detiene ancora il primato di più giovane vincitore dell’America’s Cup (nel 2010, a 30 anni) - potrebbe formare un team di SailGp, il circuito di regate con i vecchi catamarani utilizzati in America's Cup.