Per l'Europa "vale" solo il terzo posto.
Incerottati e, ultimamente, appannati, i bianconeri devono ripartire.
LUGANO - Ricevute pessime notizie dalla Coppa Svizzera, nella quale, eliminato, tifava il Servette, il Lugano ha visto la sua corsa verso l'Europa farsi complicatissima.
Per staccare il biglietto per la prossima Europa Conference League i bianconeri sono ora obbligati a chiudere almeno al terzo posto di Super League, che però a due settimane dallo striscione del traguardo è piuttosto lontano. In 360’ la truppa di Maurizio Jacobacci deve infatti recuperare quattro punti alla coppia Basilea-Servette.Â
Senza perdere tempo in conti e tabelle, significa dunque che deve vincere spesso - meglio se fosse sempre - e sperare in una frenata altrui. Possibile? Un finale di stagione ricco di scontri diretti fa pensare che blaugrana e granata possano conoscere qualche rallentamento. Le incognite maggiori riguardano però proprio il Lugano. Sapranno i bianconeri tenere il piede pigiato sull’acceleratore fino all’ultimissimo metro? Sembra difficile. Anche perché, partendo da quella di domani contro il Vaduz (ore 18.15 a Cornaredo), sfideranno sempre avversarie tostissime.Â
Obbligati a far punti per provare a evitare la retrocessione, i biancorossi del Principato non potranno far sconti. E così sarà pure per il Basilea - ovviamente - nel turno infrasettimanale, per il Sion il prossimo weekend e per il Lucerna nell’ultimo tango stagionale. Al netto di episodi colpevolmente sfortunati, per continuare la propria corsa Sabbatini e compagni dovranno ritrovare gli equilibri smarriti nelle recenti recite, nelle quali la media gol subiti è schizzata quasi a due a partita (fino a marzo era di un gol incassato ogni 90’) e le reti segnate si sono fatte rare. I due dati sono collegati. Poco precisi nella fase difensiva, i bianconeri hanno avuto meno occasioni per far sbilanciare il rivale di turno per poi colpirlo in contropiede. In questo senso le assenze di Maric e Bottani sono pesanti, ma non possono essere prese come scusante. A questo punto, anzi, di scuse non se ne possono proprio accampare. Si può solo provare a spremere le energie residue e trovare la motivazione necessaria. Almeno quella, a Lugano, non può mancare.