«Croci-Torti sulla panchina del Lugano, notizia bellissima»
«Mattia si è trovato nel posto giusto al momento giusto. Ora dovrà dimostrare di essere anche l’uomo giusto».
LUGANO - Era il vice, ora è il capo. Siede lì, su quella panchina, pronto a giocarsi tutte le sue carte per l’occasione che potrebbe essere “della vita”. Ticinese, cresciuto a pane e pallone, appassionato: Mattia Croci-Torti è quanto di meglio potesse scegliere il Lugano per il post Braga. Quanto di meglio… visto il gran caos fatto dalla nuova proprietà, che ha cacciato un allenatore senza averne un altro per le mani.
«Sì, i nuovi dirigenti bianconeri non hanno fatto una gran figura - ha confermato Arno Rossini - Ci si aspettava prendessero decisioni precise, forti, avessero le idee chiare. In queste tre settimane hanno invece mostrato di non essere totalmente pronti».
Rimane la sensazione che Croci-Torti sia lì per una combinazione di eventi.
«Sgombriamo il campo da ogni dubbio: Mattia sulla panchina del Lugano è una bellissima notizia. Per lui prima di tutto, ovviamente, ma anche per tutto il cantone. Un ticinese, giovane, che ha fatto la gavetta e ha imparato il mestiere seguendo tanti “capi”, in quella posizione è quanto di meglio ci si potesse augurare».
C’è un ma?
«Mi sembra chiaro che l’idea iniziale del Lugano non fosse la promozione di Croci-Torti. Altrimenti questa sarebbe arrivata contemporaneamente all’esonero di Abel Braga. A Cornaredo non sono stati proprio perfetti. Diciamo che sono scivolati sul primo gradino di una scala che si spera possano salire a lungo. E cadere dal primo gradino non è pericolosissimo. Per quanto riguarda Mattia, dovrà dimostrare di valere quel ruolo, altrimenti di sicuro, la prossima estate, la proprietà cercherà di completare il cambiamento che non le è riuscito in questi giorni».
Come si dimostra di “valere”?
«Non credo siano stati messi dei paletti. Penso invece che valuteranno il lavoro in base ai risultati ma anche alle risposte date dalla squadra. La sensazione è che, comunque, Mattia debba superarsi per guadagnare la conferma. Togliete YB e Basilea che sono fuori portata: se il Lugano non arriverà terzo o quarto, Crus verrà messo in discussione. Ma in fondo nel calcio la precarietà c’è ovunque».
Con che umore Croci-Torti comincerà la sua avventura?
«Con quello di un professionista che sa di avere per le mani una grande opportunità. Il calcio è particolare, è strano. Mattia si è trovato nel posto giusto al momento giusto. Cosa che magari non è capitata a qualche altro candidato a quel ruolo. Ora però dovrà dimostrare di essere anche l’uomo giusto».
Conosce alla perfezione l’ambiente. Sarà avvantaggiato.
«Sì e no. Di sicuro non dovrà perdere tempo per capire dove è capitato o per costruire rapporti con chi lavora in bianconero. Il suo essere “di casa” però sarà anche estremamente pericoloso. Fino a domenica è stato l’amico dei giocatori: il suo ruolo gliel’ha permesso. Da lunedì tutto è cambiato. Lui dovrà cambiare. Dovrà riuscire a prendere le dovute distanze da ragazzi con i quali per mesi, a volte anni, ha avuto un rapporto alla pari. Ora è il capo».
Non più “Crus” ma “mister”.
«Esatto. La possibilità di fare bene a Lugano dipende dalla riuscita di questo cambiamento, che è necessario».