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LUGANO«Figure come Constantin sono dei miracoli»

19.01.23 - 06:30
Club sostenuti da mecenati e imprenditori locali? Un’era romantica che sta per finire: «Costi troppo alti a livello economico e personale».
Freshfocus/TiiPress
«Figure come Constantin sono dei miracoli»
Club sostenuti da mecenati e imprenditori locali? Un’era romantica che sta per finire: «Costi troppo alti a livello economico e personale».
Angelo Renzetti: «Tante squadre in Europa finiscono inevitabilmente in mano a fondi, ma il calcio non è "meccanico", ai tifosi piacciono anche i presidenti più umani. Constantin? È sempre stato sé stesso, senza l'ipocrisia che serpeggia altrove».
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LUGANO - Dal mecenatismo all’alta finanza. Il calcio europeo non fa eccezioni e da anni corre veloce verso questi orizzonti, per buona pace dei supporter più romantici e nostalgici.

Spazio ai fondi, finita salvo qualche rara eccezione l’epoca dei grandi presidenti, di quelle figure iconiche e passionali - sovente anche vulcaniche e sopra le righe -, che vivevano in simbiosi con la propria creatura e ogni tifoso accostava alla propria squadra del cuore (pensiamo, solo in Italia, ai binomi Inter-Moratti, Milan-Berlusconi, Roma-Sensi, Genoa-Preziosi, Gaucci-Perugia, eccetera).

Un processo “inevitabile” che, con le dovute proporzioni, non risparmia nemmeno il nostro calcio, dove l’ultimo addio annunciato è stato quello di Christian Constantin, che lascerà il Sion dal 2024. «Avere club sostenuti da mecenati e imprenditori locali è un metodo ormai antico e del secolo scorso. È un processo che sta per finire», ha spiegato il patron, che saluterà tutti dopo oltre 20 anni di successi e anche feroci battaglie.

«Ha ragione nel dire che è un tipo di calcio che non esisterà più, i costi sono troppo alti a tutti i livelli, sia economici che personali e psicologici - interviene Angelo Renzetti, ex presidente del Lugano - Tutto ha un tempo, e quello di queste figure ormai ha fatto il suo. Personaggi come Constantin sono dei miracoli, è stato bravissimo. Ha fatto tutto con le sue risorse e qualche sponsor dal Vallese, che lo ha sostenuto permettendogli di organizzare feste ed eventi. Nel mio caso specifico, se mi avessero detto che nel calcio moderno avrei fatto 11 anni alla testa del Lugano, di cui 6-7 in A, non ci avrei mai creduto».

Eppure, superando mille sfide, è andata proprio così.
«Entrano in gioco fattori che ti spingono. Passione, dignità, preponderanza a non far figure e affrontare la sfida. Ci vuole anche coraggio e non bisogna badare a quello che si perde. Constantin, anche per tutte queste capacità, è una persona che stimo e mi fa simpatia. So cosa ha passato e cosa ci ha messo di suo. È sempre stato sé stesso, senza l’ipocrisia che serpeggia altrove. Ha dato il massimo a 360°, con tutti i pregi e difetti del caso. Chapeau. Godiamocelo ancora fino al 2024. Per il futuro di Sion si vedrà (la sua uscita potrebbe significare la fine del calcio professionistico in Vallese, ndr), ha il tempo per non lasciare una società che sia una “palla al piede”».

Lì si parla di circa 10 milioni per fare calcio a questi livelli. Una filiera che verosimilmente si estinguerà…
«Noi abbiamo fatto anche con molto meno, ma era davvero Davide contro Golia».

Anche in Italia, in questi anni, gli addii dolorosi sono stati tanti. Pensiamo a quello di Moratti all'Inter, o a quello di Berlusconi al Milan. Il Cavaliere ha poi preso in mano e portato fino alla A il suo amato Monza, dove i costi di gestione sono comunque decisamente diversi rispetto ai club che sgomitano tra le big d'Europa.
«È inevitabile. Tante squadre sono finite in mano a proprietà straniere e fondi, ma bisognerà vedere fino a quando reggeranno. Ora sono quasi tutti manager, dirigenti d'alta finanza. Una cosa è metterci i soldi di tasca propria, un’altra è toglierli da conti di cui magari non si conosce nemmeno l'esatta provenienza. Anche gli investitori a volte sbagliano. Interpretano il calcio come qualcosa di meccanico e matematico, ma poi ai tifosi piacciono anche i presidenti più umani. Quelli che, magari per un rigore non dato, ancora si infiammano e si battono per il club».

Intanto, tornando alla nostra realtà, a Zurigo resiste ancora Ancillo Canepa.
«Sì, ma opera nella città più ricca della Svizzera e anche questo aiuta. Nonostante ciò ha fatto la sua retrocessione, poi è risalito e ha pure vinto un campionato, ma ora sono stati costretti a vendere diversi giocatori e si trovano sul fondo. Insomma alti e bassi. È un attimo passare dalle stelle alle stalle, finendo pure nel mirino della critica».

A proposito di Lugano e Sion, nel weekend riparte la Super e le due squadre si troveranno proprio una contro l'altra.
«Con tutto il bene che posso volere a Constantin, domenica tifo sicuramente Lugano (ride, ndr). Sono inoltre felice per il rinnovo di Croci-Torti, che è uno dei nostri. La società, rinnovando, è stata brava a non buttare la fortuna che ha trovato».

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COMMENTI
 

sctaquet 1 anno fa su tio
Siamo una società allo sbando , hanno perso il senso della ragione , non puoi pagare 1000.000 di euro alla settimana per un giocatore di 20 anni .

Diablo 1 anno fa su tio
"Genoa-Preziosi, Gaucci-Perugia", mancava che citassero pure Zamparini Palermo ed avevamo il trio del peggio del calcio italiano e lo schifo che hanno combinato

belaolga 1 anno fa su tio
abbassando gli "stipendi" alle signorine con i tacchetti....forse....forse si rientrerebbe nella normalitá?

Diablo 1 anno fa su tio
Risposta a belaolga
ahime hai ragione ma solo in parte, perche il problema non puo essere ricondotto solo allo stipendio dei calciatori, ma tutto quello che ê divenuto il mondo del calcio a 360 gradi .

Capra 1 anno fa su tio
Noi fcl con il miliardario siamo ok! Non voli pindarici, giustamente
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