Hajdari, mancano 500’000 euro
In Ticino il difensore è salito di livello.
LUGANO - Hajdari-Torino, un matrimonio che s’ha da fare. Forse. La volontà degli interessati c’è tutta, per arrivare al fatidico “sì” serve però che tutte le tessere del puzzle finiscano al loro posto. Nello specifico, che ci sia un accordo totale tra le parti in causa: il giocatore e le due società.
Facciamo ordine. Messi gli occhi sul 21enne, seguito con attenzione e scelto dopo aver deciso di poter fare a meno di Ricardo Rodriguez (contratto scaduto, si muoverà verso altri lidi), il club granata ha cominciato a premere sui bianconeri. Questo perché vede nel nativo di Binningen un ottimo affare a livello tecnico, tattico e come investimento.
Il problema, per una trattativa che ancora non è chiusa, riguarda il prezzo del “cartellino”. Sotto contratto fino al 2027, prima di fare le valigie e trasferirsi sotto la Mole, Albian deve infatti attendere che Toro e Lugano si “trovino”.
Secondo la stampa italiana la società piemontese ha presentato una prima offerta da 3 milioni di euro, più 1 di bonus legato al rendimento del giocatore. A Cornaredo l’hanno rispedita al mittente. Carlos da Silva chiede 5 milioni e non ha ceduto nemmeno davanti ai rilanci - prima a 4 milioni, poi a 4.5 milioni (sempre più bonus) - fatti da Davide Vagnati, direttore tecnico granata. La differenza tra domanda e offerta si è comunque estremamente assottigliata e, tenendo conto della volontà del Torino di chiudere velocemente la trattativa e anche quella del giocatore, che si sente pronto per una nuova sfida, una stretta di mano non dovrebbe tardare molto.
Arrivato in Ticino in prestito dalla Juventus, forte fisicamente, concentrato e… mancino, Hajdari ha velocemente convinto, spingendo il Lugano a puntare forte su di lui “A prescindere dal numero di presenze necessario per il riscatto”. Prelevandolo dalla Vecchia Signora a titolo definitivo nell’aprile 2023 (pagando una cifra molto inferiore rispetto a quella della possibile rivendita) e blindandolo con un contratto pluriennale, a Cornaredo hanno dimostrato lungimiranza e la validità di un progetto che sta cominciando a dare grandi frutti. Abbinare i risultati sportivi a quelli gestionali è infatti un esercizio complicato e difficilissimo da completare.