Kevin De Bruyne e Bernardo Silva lanciano l'allarme e dicono la loro sui tantissimi impegni del calcio moderno
L'asso portoghese: «La realtà è che passo pochissimo tempo con la mia famiglia».
LISBONA - Campionati, Coppe europee, impegni con le rispettive Nazionali. Per i primattori del calcio mondiale il calendario è fittissimo e su questo non ci sono dubbi. Ok gli stipendi faraonici che i big si mettono in tasca, ma le partite sono oggettivamente in costante aumento - basti pensare ai nuovi format del mondiale per club e della Champions - e c'è chi lancia l’allarme. Sullo sfondo infortuni e tempi di recupero insufficienti.
Sull’argomento è intervenuto dal ritiro del Belgio Kevin De Bruyne, stella del Manchester City. «Hai 21 giorni per stare un po' in vacanza e prepararti a giocare altre 80 partite, il problema è che l’Uefa e la Fifa organizzano sempre più match. Anche se noi come giocatori proviamo a dire qualcosa, non si è mai arrivati a una soluzione». Anzi, gli impegni aumentano. «Penso che il vero problema si presenterà alla fine della Coppa del Mondo per club (con 32 squadre che si misureranno dal 15 giugno al 13 luglio 2025, ndr). Si rischia il collasso. È pazzesco perché ci saranno solo tre settimane tra la finale e l'inizio della successiva Premier League». Poi il duro affondo: «A loro non importa nulla. Solo il denaro, è quello che parla».
Sulla stessa lunghezza d’onda Bernardo Silva, dal ritiro del Portogallo. «Il calendario è completamente folle. Probabilmente giocheremo ogni tre giorni per mesi. In Champions League, qualora non ti dovessi qualificare per gli ottavi direttamente, devi giocare almeno altre due partite. È vero che ci sono squadre più numerose al giorno d'oggi, ma non è facile e nemmeno lo è stato in passato. La realtà è che passo pochissimo tempo con la mia famiglia e i miei amici, la quantità di partite a cui siamo sottoposti è assurda».