Chiacchierata con l'ex ACB, Chiasso e Lugano Igor Djuric: «Un giorno tornerò nel mondo del calcio»
NEUCHÂTEL - Aveva deciso di lasciare il professionismo nell'estate del 2022 perché un po' logorato dal calcio. Oggi, a due anni di distanza, Igor Djuric e il pallone hanno "fatto pace". Protagonista di mille battaglie, l'ex difensore – fra le altre – di Bellinzona, Chiasso e Lugano guarda ancora con molto interesse a quel mondo. «Sì, il calcio mi aveva un po' stancato ma oggi devo dire che lo seguo ancora, oltre che praticarlo con dei vecchi amici in Terza Lega – è intervenuto il 36enne ticinese – Soprattutto le partite del mio Milan, cerco di non perdermene nemmeno una. Ma non sempre è facile rimanere sintonizzati, visto che sei settimane fa è arrivato Danilo, il nostro secondo figlio. Alla sera, guardo l'orologio e sono subito le dieci...».
Oggi Igor lavora presso la CSS a Neuchâtel: un futuro nel calcio è da escludere?
«No, un giorno tornerò nel mondo del calcio. Da quando ho smesso ho dato una mano allo Xamax, visionando per loro alcuni giocatori in giro per la Svizzera. Prossimamente voglio iscrivermi ai corsi per ottenere il patentino Uefa B: in passato avevo già intrapreso questo percorso, ma avevo poi smesso per mancanza di tempo».
Il "tuo" Bellinzona vola...
«Vincono e controllano le partite. L'avvio di campionato ha certificato il fatto che i granata possono ampiamente ambire alla promozione. L'acquisto di Sabbatini è stata la ciliegina sulla torta, un acquisto pazzesco per la Challenge League. Un segnale che il club punta in alto».
Un giocatore del quale a Lugano si sono sbarazzati troppo a cuor leggero?
«Nel calcio sappiamo che, se hai ancora voglia di scendere in campo, devi continuare anche se una squadra non ti vuole più. A mio avviso nel Lugano avrebbe potuto dare ancora molto, soprattutto guardando ai numeri e alle statistiche del giocatore, che l'anno scorso è stato uno dei migliori. Nonostante ciò, non mi permetto di giudicare la politica societaria del Lugano».
Tornando al Bellinzona, non tutti sono contenti di ciò che accade all'ombra dei Castelli...
«Bentancur è una persona di calcio e i risultati parlano per lui. Senza di lui oggi il Bellinzona sarebbe in Seconda Lega. È facile parlare e criticare, ma è giusto che chi mette i soldi decida come portare avanti le cose. E, vi assicuro, che un campionato come quello di Challenge League costa parecchio».
Ma il Ticino è pronto ad avere due squadre in Super League?
«Certamente, dove sta il problema? Sarebbe bellissimo, anche per stimolare i giovani a intraprendere questo percorso. Il derby accende sempre la passione di un popolo. Guardate l'hockey... E poi perché altre piazze possono avere due squadre in Super League e il Ticino no?».