Marco Melandri ha raccontato come all'epoca lo scontro con Rossi fu creato ad arte...
ROMA - Grandi lotte, frizioni in pista e fuori e parole al vetriolo. La rivalità fra Valentino Rossi e gli altri piloti del motomondiale è spesso stata molto accesa, infuocando le corse e tutto ciò che ruotava attorno alle stesse. Ma il Dottore - nei suoi anni d'oro, quelli dove le vittorie erano un'abitudine - riusciva a incutere timore ai suoi avversari? È stata un'"arma" utilizzata da Vale per neutralizzare coloro che gli stavano attorno?
Questo il pensiero di Marco Melandri, nello speciale "RiVale" andato in onda in questi giorni su DAZN: «In quel periodo storico c’era bisogno di una grande rivalità. Guarda caso c’erano due italiani, quindi hanno fatto in modo che questa rivalità si incendiasse anzitempo. Perciò io e Valentino venivamo sfruttati facilmente. Rossi? Ti attaccava psicologicamente. Finché lo faceva lui era una dote, quando lo attaccavi tu diventavi automaticamente il personaggio cattivo».
Uno scontro che Melandri proprio non cercava, ma che era stato creato ad arte... «Non ho mai digerito il fatto di essere stato messo a confronto con lui. È stato un peso, un qualcosa che non cercavo, proprio perché sono molto diverso da lui».