Senza Valentino Rossi e Marc Marquez (e piloti inglesi di grido) a Silverstone non è andato “nessuno”
A Silverstone, la F1 ha attirato il quadruplo degli spettatori rispetto alle moto.
SILVERSTONE - Un disastro. Così sono i risultati, parlando di botteghino, ottenuti in questa stagione dal Motomondiale.
Scioccato per il basso numero di spettatori attirati, Carmelo Ezpeleta, il big boss della Dorna - la società che gestisce il carrozzone delle due ruote -, aveva molto criticato l’organizzazione della tappa iridata del Mugello. Aveva minacciato una futura cancellazione di quel Gran Premio. La rabbia del dirigente spagnolo è però ulteriormente cresciuta dopo il GP d’Inghilterra: a livello di attrattiva, pure Silverstone è infatti stato un colossale buco nell’acqua. Rispetto alla F1, il weekend del Motomondiale ha raccolto un quarto dei tifosi: 100’400 spalmati su tre giorni, contro gli oltre 400’000 mossisi per seguire le battaglie tra Verstappen e Leclerc, tra le Ferrari e le Red Bull. Tali numeri - il dato è il secondo peggiore stagionale, meglio appunto solo di Misano - rappresentano il punto più basso nella lunghissima storia della pista britannica.
Dove sta il problema? La mancanza di piloti inglesi di grido (l’ultimo è stato Cal Crutchlow) nella MotoGP e, in generale, la mancanza di idoli. Pur accompagnandolo alla porta con il sorriso la scorsa stagione, Ezpeleta sta infatti ora rimpiangendo tantissimo Valentino Rossi. Il simbolo e l'uomo immagine ancora prima che il pilota, in difficoltà nelle ultime annate. Oltre al Dottore, poi, il circus sta pagando a caro prezzo l’assenza forzata di Marc Marquez, altro big capace di catalizzare l’attenzione e di scaldare gli animi. Niente fenomeni uguale a niente tifosi? L’equazione è davvero molto semplice. Ma il risultato dato sta mettendo in crisi uno sport che vive (soprattutto) di visibilità.