Dopo due gare i piloti della Rossa Sainz e Leclerc occupano rispettivamente la quarta (20 punti) e l'ottava posizione (6).
Conduce la graduatoria Verstappen (44) davanti al suo compagno di squadra Perez (43), poi Alonso (30).
JEDDAH - Per salvare la sua stagione la Ferrari avrebbe bisogno di una macchina del tempo. Quella che nelle previsioni del Ceo Vigna avrebbe dovuto essere “una monoposto senza precedenti in termini di velocità”, si è rivelata finora la quarta forza del mondiale. Lontanissima dalla Red Bull, ma lontana anche da Mercedes e Aston Martin. La situazione è così grave che anche l’ultimo arrivato, l’incolpevole Fred Vasseur, ha perso per strada le sue risate e non ha più voglia di far battute. Ha capito che quando gli spiegavano che la SF-23 avrebbe permesso un salto avanti enorme, gli stavano raccontando un sacco di frottole. Non che lo volessero prendere in giro, ma semplicemente non avevano previsto il passo avanti della concorrenza. Per salvare l'annata la Ferrari avrebbe bisogno di proiettarsi già nella prossima stagione. Di risvegliarsi in Australia dove si correrà la terza gara, ritrovandosi già nel 2024 se non nel 2025 come dicono i più pessimisti.
Per l’immediato c’è un solo obbiettivo a portata di mano. Cercare di recuperare almeno su Mercedes e Aston Martin, anche perché in qualifica la velocità di Charles ha mostrato che la SF-23 almeno sul giro veloce ha un certo potenziale. Il problema vero emerge poi in gara, soprattutto con le gomme più dure. Quando servirebbe più carico aerodinamico, quando bisognerebbe far lavorare quelle benedette gomme per poter mettere sull’asfalto la potenza del motore. La Ferrari in Arabia Saudita non è mai stata in partita. Leclerc si è divertito nel primo stint quando aveva gomme più morbide, poi si è messo dietro a Sainz, incolonnato in una gara “inaccettabile” come ha ammesso Vasseur.
La Red Bull di quest’anno assomiglia alla McLaren del 1988, quella che vinse 15 gare su 16, perdendo solo a Monza quando Senna si scontrò con un doppiato regalando un successo storico alle Rosse. Peccato che 35 anni fa il duello tra Senna e Prost ci regalò una delle sfide più clamorose della storia. Oggi Verstappen e Perez vivono su due livelli troppo distanti. Checo può vincere solo se Max scatta con 15 posizioni di penalità. Dopo due gare è difficile prevedere un campione diverso da Verstappen a fine stagione. Bisognerà inventarsi altri motivi d’interesse. Sperare in Alonso o entusiasmarsi per la lotta tra Ferrari, Mercedes e Aston Martin. Insomma pensare che c’è una vita oltre la Red Bull. Ma forse è più facile credere che ci sia vita su Marte.