«Ho scoperto di diventare padre il giorno in cui ho deciso di smettere di correre»
«Chiudere la carriera? Immaginatevi lo stato d’animo: vuol dire smettere di fare una vita che hai fatto per 25 anni».
PORTIMÃO - «Chiudere la carriera è stata dura. Provate a immaginarvi lo stato d’animo: vuol dire smettere di fare una vita che ti piace e che hai fatto per 25 anni».
Nel podcast "Passa dal BSMT" Valentino Rossi ha raccontato quando e perché ha deciso di “svoltare”. Ha raccontato di quei giorni difficili durante la stagione 2021.
«Con Carlo, il mio preparatore, ci dicevamo: “devi correre fino a quando non ce la fai proprio più, così non hai alcun rimpianto”. Io ho deciso dopo Assen, dove avevo vinto dieci volte e che consideravo un po’ casa mia. Avrei voluto andare avanti ma mi sono detto: "Vediamo se sono ancora competitivo”. Nelle prove non ero male, ma poi in gara sono partito e mi sono steso. Ho fatto un botto tremendo. Ho distrutto la moto. E ho pensato: "Se ho bisogno di qualche segnale per decidere se smettere o meno è questo"».
Quei giorni sono però stati anche bellissimi per il Dottore. «Prima di partire sono andato a pranzo con Francesca e mi fa: "non mi va il caffè, strano perché a me è sempre piaciuto il caffè. Magari faccio un test". Poi sono andato e quando ero ad Assen non ho più pensato a quella cosa. Al ritorno ho chiesto a Francesca di venire a Cattolica per cena, ma lei mi ha detto: "No, no, vieni su te". Mi ha stranito questa cosa e ho pensato: "Mi sa che mi deve dire qualcosa". E dopo, infatti... È successo tutto insieme, ho scoperto di diventare padre della mia Giulietta forse il giorno in cui ho deciso di smettere di correre».
Impossibile è poi stato poi, per Valentino, non ritornare a parlare della stagione 2015, quella della “lotta”, per usare un eufemismo, con Marquez. «Lì Marquez ha deciso di farmi perdere il Mondiale, facendo vincere un altro che però non era neanche il suo compagno di squadra, era il mio. Ha inventato delle scuse dicendo che io gli avevo fatto qualcosa, ma la realtà è semplicemente che io per lui ero il mito da distruggere. Così che lui stesso potesse diventare ciò che ero io. Un pilota, un campione, che corre per far vincere un altro, è una cosa che non si era mai vista. È stato un momento bruttissimo, assurdo, perché Marc non mi ha dato la possibilità di giocarmi il titolo con Lorenzo. Sarei potuto diventare campione del mondo per la decima volta. Mi ha impedito di mettere la ciliegina sulla torta della mia carriera. È stata una grandissima ingiustizia, una macchia che non andrà mai via».