Benché sia una paura diffusa tra i genitori, concedersi per ottenere vantaggi è una pratica stigmatizzata dai giovani svizzeri
FRIBURGO - Rapporti sessuali in cambio di denaro, telefonini o altri vantaggi? È una pratica tra giovani che preoccupa gli adulti, in particolare i genitori e i professionisti attivi nei settori della salute e del sociale. Ma è meno diffusa del previsto: la maggior parte dei giovani afferma infatti di non aver mai sperimentato le cosiddette transazioni sessuali. E ne ha una rappresentazione negativa, associandole a «pratiche marginalizzate e stigmatizzate come la prostituzione, le droghe e la pornografia». Le transazioni sessuali sono comunque un’esperienza diffusa. Tuttavia le norme di genere, oltre all'importante stigmatizzazione sociale di cui è oggetto questo tipo di pratica e all'onnipresenza dello «spettro della puttana», possono ergersi come un ostacolo di fronte alla volontà dei giovani di parlarne e di richiedere l'aiuto e il sostegno di cui avrebbero bisogno.
È quanto emerge dallo studio “Sessualità e transazioni sessuali tra giovani in Svizzera”, condotto tra il 2015 e il 2017 da un gruppo di ricercatori della Scuola universitaria professionale di lavoro sociale di Friborgo su incarico della fondazione Oak e presentato oggi nel corso di una conferenza stampa. In un sondaggio sono state raccolte le risposte di 6’500 giovani tra i 14 e i 25 anni.
Necessità di denaro - Soffermandosi su quella fetta di giovani già pratica di scambi sessuali, lo studio rileva i principali motivi alla base dell’esperienza. Innanzi tutto si parla di “logica professionale”, ossia della necessità di denaro, per esempio da parte di studenti o disoccupati: la prestazione sessuale appare come un’occasione per guadagnare qualcosa. Una logica, questa, che rimanda alla “prostituzione” e che spinge pertanto i giovani a distanziarsi, «sia nascondendo le loro attività sia mettendo in evidenza gli altri vantaggi al posto del beneficio economico». E infatti «la maggioranza rifiuta, talvolta con veemenza, il fatto di ricevere denaro, poiché ricorda troppo la prostituzione, collegata a sentimenti di vergogna, “sporcizia” e mancanza di rispetto, sia nei giovani uomini sia nelle giovani donne».
Sentirsi in debito - Poi c’è chi sceglie la transazione sessuale per sdebitarsi. Una motivazione, questa, che si rileva soprattutto tra le ragazze e nell’ambito di relazioni eterosessuali. Molti intervistati spiegano, infatti, di aver acconsentito a esperienze sessuali «per sdebitarsi con un uomo che ha pagato loro da bere, una cena o li/le ha ospitati/e dopo una serata in discoteca, per esempio».
Riconoscimento - Una terza motivazione è il «riconoscimento da parte degli altri e soprattutto dei propri pari»: in questo contesto le transazioni sessuali vanno considerate non tanto da una prospettiva di assenza di pudore o di limiti, quanto iscritte in un rapporto di presentazione di sé nel quadro di un percorso più ampio di costruzione identitaria.
Sostegno necessario - Le transazioni sono vissute molto diversamente da una persona all'altra. Nella maggior parte dei casi si tratta di scambi costruttivi tra giovani che fanno esperimenti con l’intimità e la sessualità sui modi della seduzione, del gioco, della ricerca di riconoscimento o della fiducia reciproca. Per contro, in una minoranza delle testimonianze le transazioni sono legate a situazioni di pressione, di dominazione o di abuso, che non devono assolutamente essere banalizzate e richiedono un sostegno da parte degli adulti.