Lidi e piscine scoperte al al bivio: la maggior parte delle strutture risale agli anni '70 e '80
BERNA - Le piscine all'aperto fanno parte del patrimonio culturale svizzera e di questi periodi sono prese d'assalto. Molte sono però alla fine del loro ciclo di vita e bisogna scegliere tra costosi lavori di risanamento o la chiusura.
In Svizzera la maggior parte delle circa 500 piscine scoperte e lidi sono stati costruiti negli anni '70 e '80. Dopo 40 o 50 anni di attività, i comuni proprietari si interrogano sul futuro. Anche se gli impianti sono stati sottoposti regolarmente a una manutenzione accurata, bisogna scegliere tra risanare, ristrutturare o chiudere.
Lo conferma all'agenzia Keystone-ATS Stefan Schlatter, direttore del Verband Hallen- und Freibäder (VHF), l'associazione svizzero-tedesca delle piscine coperte e scoperte. «Riceviamo molte richieste di comuni che intendono sapere come procedere e quali siano le possibilità: se risanare o trasformare la struttura o abbandonare l'attività». È recente la visita in tal senso alla VHF di delegazioni dei comuni di lucernesi di Sörenberg (LU) e Weggis (LU).
La gestione di una piscina è onerosa; le spese per la manutenzione e il personale sono alte. Secondo le statistiche dell'Ufficio federale dello sport (UFSPO) in media i costi sono di 570'000 franchi all'anno per bagni con una piscina di 50 metri. Molti comuni versano centinai di migliaia di franchi per coprire i deficit.
Sui costi - aggiunge Schlatter - pesano poi le esigenze più severe in materia di tecnica, igiene e qualità dell'acqua. L'Ufficio per la prevenzione degli infortuni (upi) segnala che «numerosi impianti non rispondo più alle norme di sicurezza attuali e all'evoluzione tecnica».
Ad esempio sono al limite di capacità i filtri a sabbia degli impianti più vecchi che non sono più in grado di far circolare l'acqua sei volte al giorno, come richiesto dall'ordinanza federale sull'acqua potabile, in vigore dal primo di maggio del 2017.
Le piscine subiscono inoltre la "pressione demografica", dovuta alla crescita della popolazione ma anche al nuovo piano di studi per la Svizzera tedesca ("Lehrplan 21"), il quale prevede che tutte le scuole debbano impartire corsi di nuoto.
Negli anni del boom edilizio il successo finanziario delle piscine aperte non era la centro delle considerazioni. I bagni erano considerati un servizio pubblico e un plusvalore per la località che li aveva. Oggi le sovvenzioni pubbliche sono diminuite o sono messe in questione poiché i comuni devono risparmiare.
Quando le entrate sono di gran lunga inferiori alle spese la chiusura delle piscine è una questione di dibattito nei comuni; ne sono un esempio Näfels (GL), Zuchwil (SO) e Grosshöchstetten (BE). In questi ultimi due il voto popolare ha comunque deciso un risanamento, con conseguente crescita delle imposte.
Malgrado i problemi finanziari, diversi comuni optano per le ristrutturazioni; magari eseguendo i lavori su diversi anni, in modo da ottenere il credito necessario, precisa Christian Barascud, presidente dell'associazione delle piscine romande e ticinesi.
Ad esempio, a Prilly (VD) il consiglio comunale ha liberato un credito di quasi 15 milioni di franchi per risolvere i problemi tecnici della piscina la Fleur-de-Lys, completamente rinnovata tra il 2014 e 2015.
Ma gli stabilimenti balneari oggi sono ben più di una istituzione per mantenersi in forma; le esigenze sono aumentate: gli utenti cercano distensione ma anche divertimento ed esperienze insolite. «Una vasca di 25 metri per il nuoto non basta più», nota Schlatter. I bagni moderni offrono anche una vasca con l'acqua calda, uno scivolo o una sauna.
Ne è un esempio l'impianto che aprirà le porte in settembre sul lago di Ägeri, nel canton Zugo: disporrà di una vasca esterna con acqua riscaldata tutto l'anno. Il costo dei lavori è stato di 36 milioni, e ci si aspetta una frequentazione di 150'000 persone all'anno.
Le esperienze fatte da piscine risanate o ricostruite e adattate alla domanda sono buone: registrano più affluenza e più introiti. Rimane comunque un'impresa molto ardua avere i conti in equilibrio, aggiunge il direttore di WHF.
Sempre più comuni cercano quindi alternative che offrano maggior libertà finanziaria, ad esempio con la creazione di una società nella quale il comune è azionista di maggioranza.
Secondo Schlatter 10-12 franchi di entrata in una piscina aperta rinnovata sono un prezzo ragionevole per un adulto. Quella nuova di St. Moritz (GR) è la più cara della Svizzera con il biglietto a 15 franchi. Altre fanno pagare solo 5 franchi.
A Berna sono gratuite tutte le piscine pubbliche all'aperto, anche il grande Marzilibad. La città federale sta investendo 240 milioni di franchi per risanare entro il 2015 tutte le sue piscine, sia quelle all'esterno che quelle coperte.