Il Ministro dell'economia vodese Philippe Leuba auspica una reazione rapida da parte del Consiglio federale
Le principali preoccupazione di Vaud sono l'impatto sul turismo e il danno all'immagine del cantone
LOSANNA - «Insieme alla mia collega Rebecca Ruiz, stiamo lavorando sul dossier da questa mattina, per noi la decisione belga è incomprensibile», ha detto nel tardo pomeriggio il Ministro dell'economia vodese Philippe Leuba.
Si riferisce alla decisione del Belgio di vietare i viaggi dei turisti nei cantoni di Vaud, Vallese e Ginevra, finiti nella cosiddetta "Lista Rossa".
In risposta, il Consiglio di Stato del Canton Vaud non ci sta, e, come già fatto anche dal Vallese, auspica una rapida reazione da parte di Berna. Il Cantone ha infatti chiesto al Consiglio federale di intervenire rapidamente, intavolando una discussione con il Belgio per poter rivedere al più presto questo provvedimento.
«Ho parlato questa mattina con il ministro dell'Economia Guy Parmelin e sono anche in contatto con Ignazio Cassis, responsabile degli affari esteri» ha detto il consigliere di Stato a Keystone-ATS.
Vaud spera in una reazione rapida da parte di Berna, poiché le conseguenze sono preoccupanti: «C'è l'impatto sul turismo, ma non solo: anche il danno d'immagine subito dal nostro cantone», ha spiegato Leuba.
Anche la sua collega Rebecca Ruiz, che si occupa di salute, ha condiviso con la RTS la sua preoccupazione per ciò che segue questa decisione. Parola chiave: incomprensione. «Non sappiamo su quali criteri si sia basato il Belgio», ha detto.
Negli ultimi 14 giorni, il tasso di nuove infezioni è stato di 23 ogni 100'000 abitanti nel Canton Vaud e di 10 ogni 100'000 nel Vallese. Questa cifra sale invece a 44 in Belgio. «Insomma, Vaud ha quasi la metà del tasso di infezione belga», ha osservato Leuba.
Il sito web del Ministero degli Affari Esteri belga, lo ricordiamo, ha segnalato che i viaggi nei cantoni della regione del Lago Lemano sono «non possibili o non autorizzati».
A metà luglio il Belgio aveva fatto discutere per aver messo il Ticino nella lista arancione (obbligo di quarantena e test), spingendo il Dipartimento federale degli affari esteri ad intervenire: le autorità belghe avevano quindi rimosso, prontamente, il Ticino dall'elenco.