Lonza aveva proposto una linea di produzione elvetica. Una proposta che è però stata rifiutata
Il PLR attacca il Consiglio federale e chiede chiarimenti. Se necessario anche attraverso una Commissione parlamentare d'inchiesta
BERNA - In Svizzera la campagna di vaccinazione è partita all'inizio di quest'anno. Ma procede a rilento a causa dei noti ritardi nelle forniture. Eppure la Confederazione avrebbe potuto avviare una propria linea di produzione presso lo stabilimento di Lonza, nella località vallesana di Visp, dove viene prodotto il preparato della statunitense Moderna.
Un'offerta in tal senso era stata fatta alle autorità federali direttamente da Albert Baehny, presidente di Lonza, come riferisce oggi il Tages Anzeiger. Un'offerta che tuttavia è stata respinta. Il motivo? La produzione di “vaccini statali” richiederebbe un adattamento della base giuridica, fa sapere Nora Kronig, vicedirettrice dall'Ufficio federale della sanità pubblica, dalle colonne del quotidiano zurighese.
Presso Lonza ci sarebbe comunque una sufficiente capacità. Inizialmente l'azienda era infatti pronta a produrre 600 milioni di dosi per conto di Moderna. Ma da quest'ultima è giunto un ordine per “sole” 400 milioni di unità. Una linea di produzione per 100 milioni di dosi con circa 70 dipendenti, scrive ancora la testata d'oltre San Gottardo, costerebbe tra i 60 e i 70 milioni di franchi. E una volta che il sistema è in funzione, in poche settimane verrebbe prodotto il preparato necessario per soddisfare le necessità della Confederazione.
Il PLR attacca: «Un rifiuto incomprensibile. Il Consiglio federale dia subito spiegazioni»
«Una decisione incomprensibile e scandalosa», il PLR svizzero non risparmia critiche al rifiuto che Berna avrebbe opposto a Lonza. E in un comunicato chiede al Consiglio federale, e in particolare al Dipartimento federale dell'Interno, di fornire chiarimenti già nella conferenza stampa prevista domani. Chiarimenti che dovrebbero venir ottenuti anche «se necessario attraverso una Commissione parlamentare d'inchiesta». «La messa in opera di una catena di produzione nazionale - sottolinea il PLR - ci avrebbe permesso di produrre i vaccini direttamente in casa e metterli così rapidamente a disposizione della popolazione». Attraverso il diritto d’urgenza o senza base legale il Consiglio federale, continua il comunicato, «ha potuto chiudere interi rami dell'industria mentre attivare una linea di produzione non dovrebbe essere possibile? È francamente incomprensibile». L’articolo del Tages Anzeiger rivela anche che, secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, sarebbe necessaria una modifica legislativa per produrre i vaccini in Svizzera. Considerando il dibattito in corso sulla legge Covid-19, il PLR intende chiarire «se una tale base legale possa già essere creata nell’ambito dei lavori della sessione attualmente in corso».