Però con l'aumento del tempo passato a casa, si prevede un aumento dei prezzi per gli immobili abitativi
ZURIGO - Il telelavoro non porterà alla scomparsa degli uffici, né alla morte dei centri nelle città: ne è convinta Ursina Kubli, esperta presso Zürcher Kantonalbank (ZKB), la banca cantonale di Zurigo, che per quanto riguarda gli immobili abitativi prevede prezzi in ulteriore aumento.
«L'effetto dell'home office sul mercato dell'alloggio è stato probabilmente spesso sottovalutato all'inizio della pandemia» afferma la specialista in un'intervista pubblicata oggi dal portale Cash. «Con il tempo supplementare trascorso nell'appartamento, la priorità data alla situazione abitativa aumenta».
«Nel mercato degli uffici, tuttavia, è probabile che l'effetto sia sovrastimato» prosegue Kubli. «La riduzione dello spazio non avverrà nella misura in cui si presume. Le persone che lavorano negli uffici oggi vogliono essere in grado di interagire con i loro colleghi, ma hanno anche bisogno delle loro zone di tranquillità. Tendenzialmente sarà quindi necessario più spazio rispetto al classico grande ufficio comune».
Secondo l'intervistata inoltre telelavoro e crescita delle vendite su internet non renderanno deserte le città: al contrario, i negozi dei centri serviranno per rendere la clientela desiderosa di comprare, magari facendo capo al canale online. «I marchi forti continueranno a voler essere ancorati alla Bahnhofstrasse di Zurigo».
In generale ZKB si aspetta ulteriori aumenti dei prezzi nel settore immobiliare. «Gli effetti della pandemia continueranno probabilmente a riverberarsi nel settore residenziale. La domanda di proprietà per uffici e spazi commerciali, d'altra parte, dipenderà fortemente dalla posizione: nel caso degli immobili per uffici osserviamo che l'offerta in luoghi centrali è addirittura diminuita, malgrado il telelavoro. Al giorno d'oggi, gli edifici per uffici devono essere ancora più centrali e moderni per soddisfare le esigenze dell'era dell'home office. Un effetto simile viene notato con le superfici di vendita al dettaglio».
Un repentino aumento dei tassi non dovrebbe causare gravi danni al mercato dell'alloggio in proprietà. «Il pericolo non è così immediato, perché la proprietà è anche molto legata alle emozioni: nessun proprietario controlla i suoi i conti ogni mese e confronta le spese di alloggio con un appartamento in affitto. Tassi ipotecari sostanzialmente più alti avrebbero comunque un effetto frenante sulla domanda. In particolare, il “buy to let” (comprare per affittare) sarebbe meno attraente con tassi d'interesse più alti».
Comprare - chiede l'intervistatore - è al momento sempre più conveniente che affittare? «Se si confrontano i costi diretti dell'alloggio la casa propria è più attraente» risponde la responsabile del settore ricerca del ramo presso ZKB. «Inoltre, i proprietari di case hanno beneficiato di enormi aumenti di prezzo. Tuttavia se si aggiungono i costi di opportunità, il calcolo non è più così chiaro. Gli inquilini che investono il loro denaro nei mercati finanziari invece di possedere una casa propria si trovano in definitiva in una situazione altrettanto comoda» conclude Kubli.