Secondo i ricercatori dell'HUG le persone vaccinate soffrirebbero con meno frequenza di sintomi di lunga durata.
Effettuato su oltre duemila persone e pubblicato sul "Journal of General Internal Medicine", lo studio romando conferma altre ricerche sul tema.
GINEVRA - Le persone vaccinate dopo un contagio sembrano soffrire meno frequentemente del cosiddetto long Covid, ovvero dei sintomi di lunga durata del coronavirus. È quanto emerge da uno studio ginevrino effettuato su oltre 2000 persone e pubblicato sul "Journal of General Internal Medicine".
La squadra di Mayssam Nehme, Dottoressa presso l'ospedale universitario di Ginevra (HUG), ha chiesto a persone risultate positive al coronavirus il loro stato vaccinale così come l'eventuale presenza di sintomi tipici del long Covid, come stanchezza, difficoltà di concentrazione, respiro corto o perdita di olfatto e gusto. L'indagine si è svolta fra primavera ed estate scorsi.
Dai risultati, emerge che le persone vaccinate soffrono meno spesso dei sintomi di lunga durata rispetto a quelle che non lo sono. Per la precisione, il rischio di conseguenze durature è risultato inferiore del 28%.
Secondo un comunicato odierno dell'HUG, si tratta del più grande studio di questo genere condotto fino a ora. I risultati vanno però presi con le pinze, anche a causa di questioni legate alla rilevanza statistica.
Altre ricerche confermano
Altre ricerche a livello internazionale sembrano a ogni modo confermare la tesi. Secondo i risultati emersi da un recente studio francese pubblicato in pre-print sul server Research Square di Nature, vaccinarsi contro il Covid può aiutare chi soffre dei sintomi a lungo termine, rende noto l'agenzia italiana ANSA.
I ricercatori dell'Université de Paris hanno analizzato i dati di 910 adulti (con età media di 47 anni e per l'80% donne) che hanno riportato la persistenza dei sintomi dopo più di tre mesi dall'infezione. Di questi, 455 avevano fatto almeno una dose di vaccino e altrettanti no.
A distanza di 120 giorni dalla somministrazione, la vaccinazione ha ridotto il numero di sintomi, la percentuale di pazienti con uno stato sintomatico "inaccettabile" e ha raddoppiato il tasso di remissione (da 1,23 a 3,15). Circa il 16,6 e il 7,5 % dei pazienti, rispettivamente nelle coorti di vaccinazione e di controllo, ha avuto la remissione di tutti i sintomi. Nel gruppo dei vaccinati, due (0,4%) pazienti hanno riportato gravi eventi avversi che hanno richiesto il ricovero.
La vaccinazione, concludono i ricercatori, "potrebbe ridurre la gravità del long Covid e il suo impatto sulla vita quotidiana. Il verificarsi di solo due gravi effetti avversi nei pazienti che ne soffrono, suggerisce che i vaccini Sars-CoV-2 sono sicuri per loro".
Tre, secondo il team, le ipotesi sulle cause del long Covid: «Un serbatoio virale persistente, una stimolazione del sistema immunitario dovuta alla presenza di frammenti virali o autoimmunità dovuta all'infezione».