In diverse famiglia la convivenza quotidiana si sta rivelando difficile. Alla base problemi domestici e di comunicazione
BERNA - Dopo oltre 100 giorni di guerra in Ucraina e un'ondata di rifugiati molte famiglie ospitanti svizzere appaiono sempre più disilluse: conflitti e incomprensioni culturali e portano a separazioni premature, sostiene la SonntagsZeitung che al tema dedica oggi un'inchiesta.
Nel solo cantone di Berna nelle ultime due settimane sono stati segnalati a livello ufficiale diverse decine di trasferimenti e molti altri sono stati presumibilmente organizzati privatamente.
La convivenza quotidiana spesso si rivela più difficile del previsto, come dimostrano vari esempi che circolano sui media social. Per lo più si tratta di problemi di osservanza di regole domestiche o di comunicazione, ma a volte si parla anche di violenza, ad esempio nel campo dell'educazione. Il domenicale riferisce di un caso in cui una madre ucraina ha picchiato i suoi figli e ha trattato in modo rude anche la figlia dei padroni di casa, il che ha portato alla separazione.
La segretaria generale della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS) Gaby Szöllösy non nasconde una certa preoccupazione. «Temiamo che, soprattutto ora in vista delle vacanze estive, molte famiglie ospitanti vogliano porre fine al loro impegno e che i rifugiati ucraini debbano trovare una nuova sistemazione», afferma in dichiarazioni riportate dalla SonntagsZeitung.